Il Presidente della Lega Serie A, Paolo Dal Pino, ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni del Corriere della Sera.
“La politica deve capire l’importanza a livello sociale e a livello economico dell’industria calcio: i danni della chiusura degli stadi sono enormi, ovvio che ci siano ristori. Il calcio non è solo star e ingaggi milionari, è un movimento che coinvolge 300mila lavoratori. Il populismo e la superficialità dei giudizi vanno messi da parte. Al Governo chiedo: lavoriamo insieme, non contro”.
Il presidente della Serie A ha parlato anche della possibilità di concludere la stagione di serie A con i playoff: “Parlo tutti i giorni con Gabriele Gravina. Abbiamo più simulazioni sul tavolo: spero che il campionato si possa concludere regolarmente, se invece intervenissero altri fattori e una sospensione del torneo fosse necessaria, l’assemblea si esprimerà sul cambio di format”.
“Il calcio è innanzitutto un’industria primaria dell’entertainment, un prodotto che compete a livello globale. Un fenomeno attorno a cui si coagula l’interesse di 30 milioni di persone. Il calcio non è solo star, campioni, ingaggi milionari, ma un movimento che coinvolge 300 mila lavoratori complessivi. La demagogia, il populismo e la superficialità dei giudizi vanno messi da parte. Il calcio ha un linguaggio universale, perciò chiedo al Governo che possa ragionare di sistema”.
Il presidente della Serie A ha infine proposto tre soluzioni: “La prima sono i ristori per i danni sofferti dal calcio a causa delle misure restrittive imposte dal Governo. La seconda la richiesta ai ministri interessati affinché si lavori insieme. Sulla riforma dello Sport non siamo stati nemmeno consultati, parliamoci per cortesia. Condividiamo tavoli di lavoro. La terza è l’attenzione al valore che il calcio possiede e che la politica non immagina neppure: in Italia per la dimensione sociale che ha, all’estero come veicolo di comunicazione”.