Non c’è altra alternativa: per onorare questo finale di campionato, fino ad ora straordinario, non bisogna darsi per vinti ma credere che l’obiettivo massimo sia ancora raggiungibile Mancano 10 finali. I punti che separano il Napoli da una straripante Juventus (18 vittorie ed 1 pari nelle ultime 19 in Serie A) sono 6 ma gli azzurri hanno una gara in meno, quella di domani col Palermo al “Barbera”. Il Napoli non può mollare proprio ora. Non può già consegnare il quinto scudetto consecutivo nelle mani della Juventus quando ci sono a disposizione ancora 30 punti. Di fronte – è vero – c’è qualcosa di unico – ammette Maurizio Sarri nella conferenza stampa di presentazione del match con i rosanero. Al contempo, però, non si sbaglia se si pensa che la stessa Juve non possa mantenere questo ritmo fino alla fine, considerando che prima o poi le energie, soprattutto nervose, che le hanno garantito questa incredibile rincorsa e con un altrettanto rendimento, potrebbero tradirla proprio nel momento clou dell’impresa. Perchè allora non crederci? Staccare la spina, poi, scendere in campo demotivati o peggio ancora sfiduciati dall’inenarrabile trend dei bianconeri, potrebbe essere deleterio e generare persino degli imperdonabili rimpianti.
In questo senso il messaggio di Maurizio Sarri alla squadra è chiaro: Dobbiamo continuare a fare quello sappiamo, con la serenità di potercela giocare fino in fondo. Continuare, cioè, ad “impaurire” la Juve con una forza mentale tale da reggerle il passo fino ad approfittare di un suo possibile cedimento e con la ferma convinzione che il proprio credo tattico si riveli vincente. Inutile guardare quindi agli altri che hanno sicurezze forti e vincono da anni – ricorda il tecnico che poi realisticamente sentenzia: La nostra realtà di riferimento non può essere la Juventus. Ma come si può allora pensare concretamente di farcela? Si chiedono i tifosi. La risposta ovviamente spetterà al campo. Per adesso, a proposito del “coso”, Sarri non lascia, piuttosto raddoppia: Non azzero il ‘sogno’ fino all’ultima giornata, anzi lo rinnovo. Insomma, il tecnico tiene vive le speranze, ma non potrebbe essere altrimenti…
Come a dire: magari si potrà fare, magari si farà pure; nel frattempo ci si gode il momento e si sogna il meglio. Perchè quello – si sa – deve ancora venire…