Incredibile campagna mediatica (e non solo) senza precedenti contro Mertens e il Napoli per il rigore fischiato in favore degli azzurri a Firenze.
Non vogliamo entrare nel merito se il rigore davvero ci fosse o meno. Se è stato fischiato il fallo su Mertens o il precedente presunto mani di Pulgar.
Magari se gli arbitri fossero liberi di spiegare pubblicamente le decisioni prese, forse tante polemiche potrebbero non essere sollevate.
Difficile però restare indifferenti davanti a una campagna mediatica senza precedenti sull’episodio.
Una campagna mediatica portata avanti proprio da chi in passato ha parlato di vittimismo e provincialismo invitando al rispetto delle decisioni arbitrali, quando a beneficiare di rigori inventati e cascatori di professione sono stati determinati club.
Stranamente anche Nicchi e Rizzoli, rispettivamente presidente e designatore degli arbitri, hanno ‘condannato’ in pubblico i direttori di gara (Massa e Valeri nel caso specifico) come mai accaduto in passato.
Neanche davanti a ORRORI evidentissimi come l’arbitraggio di Orsato in Inter-Juventus e al tuffo stile Cagnotto di Ronaldo che ha provocato l’espulsione di Meret in Napoli-Juventus della scorsa stagione. Giusto per citare due dei tantissimi esempi.
Oggi anche una testata prestigiosa qual è il “Corriere della Sera” entra a gamba tesa sulla questione.
Questo un passaggio pubblicato sul quotidiano milanese oggi in edicola che parla della vicenda Mertens:
“Ma è difficile immaginare che possa essere usata la prova tv per squalificare il falso nove di Ancelotti, considerando che la Var ha visto tutto. Però non si sa mai. Dipenderà da Pecoraro, capo della Procura federale e tifoso napoletano dichiarato”.
Quel “tifoso napoletano dichiarato” da l’idea di un’insinuazione subliminale che potrebbe far cadere nel tranello qualche lettore che, nel caso Mertens non fosse squalificato, potrebbe pensare che la decisione non sarebbe il frutto dell’applicazione del regolamento ma della fede calcistica del Procuratore Federale mettendone in dubbio anche la sua alta professionalità.
Così non si fa di certo il bene del calcio, non si aiuta a risolvere il problema di un regolamento sempre meno chiaro e non sempre applicato in maniera omogenea, oltre a inasprire gli animi in vista di Juventus-Napoli di sabato prossimo.
Ma c’è già chi pensa che questa campagna mediatica possa essere proprio figlia della supersfida di sabato.
Per il bene del calcio italiano meglio augurarsi e credere di no.