Da Benitez ad Ancelotti passando per Sarri: Josè Maria Callejon e la sua importanza nell’organico azzurro.
“Callejon?Può fare dai 15 ai 20 gol in stagione”. Così parlava Benitez all’arrivo al Napoli dell’esterno spagnolo, all’epoca definito dalla gran parte dell’opinione pubblica “scarto del Real Madrid”.
A fine stagione però Josè Maria Callejon aveva collezionato un bottino da 20 gol stagionali, 15 solo in campionato, il profeta Benitez ci aveva azzeccato ancora una volta.
Ed è proprio con Rafa che nasce il “gol alla Callejon”: quella palla di Insigne che taglia tutta la difesa per un inserimento perfetto che solo Calletì è in grado di fare.
Questo “asso nella manica” ha fatto anche le fortune di Sarri, che ha più volte dichiarato che avrebbe inserito Callejon in una teca e l’avrebbe tirato fuori solo per le partite.
Lo spagnolo è infatti uno dei calciatori più intelligenti e pronti a livello tattico, perfetto per il gioco e la mentalità di Sarri.
Un po’ meno, si pensava, per il gioco e il modo di pensare di Carlo Ancelotti. Durante i giorni di ritiro a Dimaro infatti, si faceva fatica a trovare, nell’ipotetico schema ancelottiano, una collocazione per Callejon che era dato addirittura tra i probabili partenti.
Ma l’attuale allenatore del Napoli non ci ha pensato nemmeno un secondo a lasciarlo andar via, facendolo diventare uno dei punti fissi anche della sua formazione, provandolo anche da terzino in qualche occasione.
L’instancabile Callejon ha collezionato 300 presenze in maglia azzurra, contornate da 78 reti e 78 assist. Nell’ultimo periodo, vista la collocazione nel 4-4-2 che lo vede più arretrato rispetto agli anni precedenti, il rapporto col gol si è un po’ deteriorato, ma con il suo ruolo da equilibratore è senza dubbio l’elemento azzurro più prezioso a livello tattico e, con i suoi 32 anni appena compiuti, un punto di riferimento per i più giovani.