La cura Ascierto efficace contro il Coronavirus anche nei test effettuati a Brescia. Ecco quanto riportato dall’edizione odierna de Il Mattino.
La «cura Ascierto», quella a base di Tocilizumab, l’anticorpo monoclonale che inibisce l’Interleuchina 6, in fase di sperimentazione sotto l’egida dell’Aifa (di cui il Monaldi e il Pascale, insieme all’Università di Modena, sono capofila) sembra funzionare anche nell’esperienza clinica di centri ospedalieri del Nord Italia.
Uno studio diretto e coordinato da un gruppo multidisciplinare dell’Università di Brescia, avrebbe evidenziato che in 77 su 100 pazienti affetti da Covid-19, le condizioni respiratorie sono migliorate o si sono stabilizzate.
I risultati saranno pubblicati sulla rivista Autoimmunity reviews a luglio. Chiarendo che lo studio «mostra che la polmonite Covid-19, con sindrome da distress respiratorio acuto, è caratterizzata da una sindrome iperinfiammatoria».
Inoltre sostiene l’ipotesi che la risposta al Tocilizumab si associ a un significativo miglioramento clinico. Non a caso anche a Brescia le indagini di laboratorio fatte prima di somministrare il farmaco hanno dimostrato in tutti i pazienti livelli altissimi, talora addirittura fuori scala.
Tutte intuizioni, queste ultime, colte nelle prime ore dell’epidemia da oncologi ricercatori napoletani del Monaldi (Enzo Montesarchio) e del Pascale (Paolo Ascierto) che diedero luogo ai primi trattamenti al Cotugno poi confluiti nella sperimentazione Aifa. Il Tocilizumab, infatti, è un anticorpo monoclonale che inibisce l’interleuchina-6, molecola che media una violenta infiammazione.
Il farmaco, a basso dosaggio, è utilizzato per la cura dell’artrite reumatoide (malattia cronica su base autoimmune). A dosaggio doppio è il rimedio che si usa per frenare la risposta immunitaria scatenata nell’immunoterapia dei tumori.
«Quando siamo partiti con l’uso del Tolicizumab – avverte Montesarchio – lo avevamo utilizzato solo nella terapia Car-t dei tumori. Una tecnica di ingegneria cellulare in cui la reazione immunitaria contro il cancro diventa talmente accesa da provocare un quadro di trombosi e vasculite generalizzata simile a quella del Covid. Da qui la nostra idea di usarlo nella cura delle forme gravi di Sars-Cov 2. Tutto sommato l’osservazione bresciana conferma la nostra – aggiunge Montesarchio – del resto, entro una settimana, i risultati della sperimentazione Aifa saranno raccolti e avviati alla pubblicazione. Comunque i nostri risultati preliminari sono altrettanto incoraggianti».
L’articolo completo sulle pagine de Il Mattino.