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Cuomo: “Al Napoli lo scudetto del bel gioco, può migliorare”

Il Ct della Nazionale di Spada, Sandro Cuomo, in visita con i suoi atleti nel ritiro di Dimaro.

Comuni sogni di gloria che nascono in Trentino, se pur con obiettivi differenti: l’alloro olimpico agli imminenti Giochi di Rio per la nazionale italiana di spada; l’Italia e l’Europa per il Napoli. Sogni cullati in val di Sole dove la squadra di Sandro Cuomo, napoletano verace e oro ad Atlanta ’96, ha faticato in palestra per dieci giorni a Mezzana e quella di Sarri per il sesto anno corre e si allena a Dimaro. Ancora in comune un ambiente e un clima ideale per i grandi campioni, con la preparazione fisica e quella tecnica a scandire i doppi allenamenti quotidiani.

A pochi giorni dalla partenza degli azzurri per Rio oggi vi è stato l’incontro in campo a Dimaro, con Cuomo, Rossella Fiamingo, Enrico Garozzo, Paolo Pizzo, Marco Fichera e Andrea Santarelli accolti dal vicepresidente Edoardo De Laurentiis e dal capo ufficio stampa Guido Baldari, amico fraterno del Ct.

Sandro Cuomo loda Sarri. “E’ una persona che mi ha dato una grande sensazione di consapevole e di affidabilità – spiega -. E’ stata una mattinata molto piacevole”. Da Ct traccia un profilo della squadra del presidente De Laurentiis. “Il Napoli lo scorso anno ci ha fatto divertire molto. Non è arrivato lo scudetto – aggiunge – ma il titolo lo vince una sola squadra. Noi abbiamo vinto lo scudetto del bel gioco e questo aspetto ha riavvicinato alla squadra la platea dei tifosi più scettici. E’ un grandissimo successo”. E per il futuro? “Uno sportivo spera e cerca sempre di migliorare e migliorarsi. E’ legittimo aspettarsi di più, con la consapevolezza comunque di aver dato il massimo. Una certezza c’è: siamo in ottime mani”.

E come il Napoli in questi anni gli azzurri della spada sono stati protagonisti di un crescendo di risultati e puntano a migliorarsi ulteriormente. E’ il caso della catanese Rossella Fiamingo, 24 anni, vincitrice dei titoli mondiali 2014 e 2015. “L’obiettivo medaglia a Rio quest’anno passa attraverso la russa Logounova – spiega l’azzurra -. Mi ha dato filo da torcere in tutta la stagione. Sono quarta nel ranking Mondiale ma sia in Coppa del Mondo sia agli Europei mi sono trovato la strada sbarrata. Ora guardo a Rio dove scenderò il pedana il 31 luglio” aggiunge e poi, senza mezzi termini, chiarisce “me la aspetto in finale, voglio vincere la finale contro di lei”. Un solo rimpianto per questa ragazza che dice di seguire poco il calcio, ma di amare la nazionale italiana. “E’ proprio quella non poter gareggiare nella gara a squadre – spiega – di non avere un’opportunità come i ragazzi. Sarebbe stata un’occasione importante per vincere una medaglia. Amo l’azzurro”.

E’ proprio l’obiettivo del quartetto guidato da Enrico Garozzo, secondo attualmente nel ranking mondiale. “I rivali di sempre sono i francesi – spiega -. Ai Mondiali 2014 siamo finiti fuori dal podio, quarti. Quest’anno siamo saliti sui tre gradini del podio in Coppa del Mondo e conquistato l’argento agli Europei. A Rio puntiamo alla rivincita”. La lotta per le medaglie riguarda poi anche Svizzera e Russia. In pedana scenderanno anche Paolo Pizzo, Marco Fichera e Andrea Santarelli.

Più complicato appare il cammino del terzetto azzurro terzetto Garozzo, Pizzo e Fichera verso le medaglie individuali. “Al podio possono puntare 20-25 atleti – commenta Garozzo – e la strada per la medaglia non sarà facile”.

Da campione olimpico – oro ad Atlanta ’96 – Cuomo cammina a ordo campo e prova a tracciare una similitudine tra due discipline, decisamente differenti. “Il nostro è uno sport cerebrale, devi possedere un grande controllo psicofisico e gambe d’acciaio. Forse sono gli aspetti che maggiormente ci accumunano con il calcio – spiega -. Poi noi gareggiamo in situazione differente, anaerobico alattacido, ma come il Napoli qui in val di Sole ormai da sei anni riusciamo a svolgere al meglio la preparazione, in condizioni climatiche migliori rispetto ai Centri federali di Tirrenia, Formia e Roma”.

Vedo dei tratti in comune soprattutto se riferiti alla nostra gara a squadre: nello schierare la squadra anch’io devo tenere conto delle caratteristiche dei miei ragazzi: alcuni rendono maggiormente se impiegati nei turni finali, altri in quelli centrali, altri ancora in quelli iniziali. Se vogliamo fare un paragone è un pò quello che avviene nel calcio con difensori, centrocampisti e attaccanti”. E poi c’è la tattica. “Anche noi gli incontri li prepariamo prima, studiando le situazioni per capire in quali momenti conviene attaccare per approfittare dei momenti di difficoltà dei rivali oppure “mettersi in difesa” e cercare di limitare gli attacchi avversari”. Insomma, pur con la differenza di non gareggiare su un tappeto erboso, anche in pedana gli schemi e le tattiche – pane quotidiano a Dimaro di Maurizio Sarri, che anche quest’anno è affiancato dal drone – fanno la differenza. Un fattore tecnico che spiega il valore e il potenziale della tradizione schermistica italiana rispetto ad altre nazioni. C’è poi la malizia del colpo decisivo. “Quando devi affondare l’avversario non devi tergiversare”. Non è necessario spiegarlo al Pipita Higuain.

 

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