I due giornalisti, Ivan Zazzaroni e Giuseppe Cruciani, non se le sono affatto mandate a dire su Twitter.
Che i diritti televisivi del campionato italiano stiano tenendo banco da un bel po’ è un dato di fatto, così come gli stessi siano motivi di apprensione per gli appassionati, aspettarsi però un confronto “dialettico” via Twitter fra due giornalisti va forse oltre l’immaginazione ma ieri è successo.
Con un lungo tweet Ivan Zazzaroni, direttore de “Il Corriere dello Sport – STADIO”, ha protestato contro la nuova formula di vendita dei diritti-tv che costringe le tv in chiaro a poter trasmettere gli highlights delle gare di Serie A soltanto dalle 22: “Ringrazio la lega per aver inserito nel bando l’embargo dei gol in chiaro fino alle 22 cancellando di fatto 90° Minuto e con esso milioni di persone impossibilitate ad abbonarsi alle pay. Allo slogan “il calcio è di chi lo ama” si aggiunga un volgare ma efficacissimo “stocazzo”.
Un post dai toni alti che ha ricevuto subito il commento del giornalista di Radio 24, Giuseppe Cruciani: “Caro Ivan, il calcio è di tutti è slogan senza senso. Chi paga va tutelato. Chi non paga vede i gol dopo le 22 o su internet. Che c’è di strano?”.
La risposta di Zazzaroni: “Tutto, Giuseppe, tutto: non siamo inglesi, né spagnoli, e mai lo saremo; quegli spazi, peraltro pagati, avevano una funzione sociale e non sottraevano contenuti né a pay, né a… Perform. Che poi la Rai debba offrire più prodotti sportivi, investendo di nuovo, lo trovo opportuno”.
La controrisposta di Cruciani: “La funzione sociale…bah…sono cose che ormai si pagano come la Rai paga Olimpiadi, Coppa Italia etc”.
Due posizioni diametralmente opposte che in qualche modo rappresentano anche la spaccatura che si sta venendo a creare fra i tifosi-appassionati. L’assegnazione definitiva dei diritti-tv dirà chi avrà ragione, lo scopriremo solo…. guardando.