Alberto Maria Picardi, magistrato e consigliere della Sezione Penale della Corte di Appello di Napoli, è intervenuto a Radio Marte in Marte Sport Live condotta da Dario Sarnataro.
«La vicenda del Sostituto Procuratore Santoriello sul caso Juve? Per motivi di opportunità, visto il mio ruolo di giudice penale, non intendo esprimere alcun giudizio sulla vicenda specifica. Invece mi preme segnalare che sinora non è mai stata messa in discussione, anche in sede di giurisprudenza disciplinare e di regole di deontologia professionale, la libertà del magistrato di esprimere pubblicamente le proprie idee, anche quando queste consistano in una dichiarazione di “fede sportiva” per una squadra di calcio, anche via social, come accade per il sottoscritto peraltro. Lo stesso dicasi per dichiarazione di vicinanza ad un determinato partito politico. Non sono mai state, queste espressioni, un ostacolo alla sua capacità di esercitare appieno, con la dovuta imparzialità e terzietà, le sue funzioni giudiziarie. Altro sarebbe, ovviamente, se fosse iscritto ad un partito o a gruppi ultrà, cosa ovviamente vietata. Fermo restando, inoltre, che il pm indaga e il magistrato ovviamente giudica. E anche che le parti in causa non possono ricusare il pm ma solo, eventualmente, il giudice. Mai, fino ad ora, la “fede calcistica” è stata individuata come motivo di incompatibilità del magistrato a svolgere le sue funzioni nei confronti di “compagni” o “avversari” di fede calcistica. La questione di libertà di pensiero, garantita dall’art. 21 della Costituzione, non può mai essere intaccata per i magistrati nell’esercizio delle loro funzioni. Spostare l’asse della discussione dai presunti reati commessi dagli imputati al presunto problema della fede calcistica che significa? Beh a me preoccupa il clima che si è creato, questa situazione è molto pericolosa perchè avvelena i pozzi e soffia sul fuoco delle polemiche».