Sarri torna nuovamente sull’argomento delle pause legate alle gare delle nazionali, problema forse condiviso che colpisce non poco gli azzurri, alle prese con un ciclo infernale tra Champions e Campionato.
“Le nazionali vanno completamente riformate. Non è giusto che i calciatori vadano via 10 giorni per giocare contro Gibilterra e Malta. Va trovata una collocazione per le nazionali che non condizioni il calendario dei club”. Questo è quanto dichiarato da Maurizio Sarri giorni fa, tornando su un argomento già affrontato dallo stesso, e sempre in occasione delle gare di qualificazione (e non solo) delle nazionali. A prescindere dal momento, il nodo è alquanto spinoso. Non si capisce quanto sia condiviso dal movimento calcistico italiano, anche perché la stessa regola fino a prova contrario, varrebbe a livello planetario.
Detto ciò, però, è chiaro a tutti quanto la cosiddetta “pausa” per le nazionali condizioni e non poco il lavoro degli allenatori, compromettendo, perché no, soprattutto gli investimenti dei singoli presidenti. Prendiamo in esame il Napoli che, sarà alle prese con un “Ottobre rosso” che si speri diventi quanto più azzurro possibile. La sosta, a monte della settima giornata, infatti, introduce un ciclo particolarmente ferreo per l’undici azzurro. L’ottava giornata si aprirà, nel posticipo del sabato sera, con la super sfida Roma-Napoli. Mister Sarri, depauperato per ¾ di rosa, riacquisterà gran parte dei calciatori praticamente a due giorni dalla sfida dell’Olimpico. In sostanza, di preparare la gara dal punto di vista fisico e tattico non se ne parla proprio, soprattutto perché, non si conosce la condizione fisica con la quale si presenteranno i “nazionali”. Basti pensare che lo scorso anno proprio il Napoli pagò un enorme dazio con l’infortunio di Milik.
Il centravanti ex Ajax, infatti, si procurò una lesione ai legamenti del ginocchio proprio durante una gara con la Polonia, la sua nazionale. Tornando al tour de force a cui sarà chiamato il Napoli, tre giorni dopo la gara contro la Roma, non ci sarà tempo per rifiatare che, la Champions League riaprirà i battenti. I partenopei, infatti, saranno chiamati all’impresa in quel di Manchester, contro il City di Guardiola, autentico dominatore della Premier. E poi? Altro big match, stavolta al San Paolo di Fuorigrotta, che ospiterà, per la nona giornata di campionato, 4 giorni dopo e sempre nel “saturday night”, l’Inter di Luciano Spalletti. Ciclo tremendo quello che attenderà il Napoli di Hamsik e compagni, probabilmente solo vittime di un sistema-calcio forse davvero squilibrato.
Quanto il fisico di un atleta possa reggere tre partite in sette giorni, con reiterazione durante una stagione, è materia alquanto complessa e compete alla scienza; le società potrebbero far fronte al turn-over per fronteggiare eventuali e/o potenziali infortuni ma, quando la posta in palio è alta tutto potrebbe passare in secondo ordine. Lo stesso presidente Aurelio De Laurentiis, in più di un’occasione ha bacchettato il suo allenatore sul poco utilizzo di taluni calciatori. Una necessità quindi, perché preservare salute e soldi dovrebbe essere l’interesse comune per tutti. Mai come questa volta l’ordine dei due termini è quanto mai più azzeccato. Non credete?
A cura di Daniele Arcella