Antonio De Caprio, partecipante al corso diretto da Paolo Del Genio, ha analizzato la storia e la “rivoluzione” apportata da Maurizio Sarri alla rosa azzurra.
Sarri: “Lo scudetto resta una bestemmia? Nella vita può capitare di tutto e poi da me in Toscana si bestemmia abbastanza..”.
Difficile spegnere gli entusiasmi in una città come Napoli che mangia pane e pallone quotidianamente,questo Sarri lo sa benissimo. Certo,la sua figura gli impone di mantenere concentrata la squadra perché al di là della prima posizione in classifica non si è vinto nulla al momento ma il gioco quello si,è una grandissima vittoria.
Passaggi veloci, schemi eseguiti quasi alla perfezione, curati in modo maniacale da un uomo di campo, fuori dagli schemi che impone il calcio di oggi fatto di giacca e cravatta,un uomo che ha come fedeli compagni il campodi allenamento, la televisione per studiare gli avversari e la sigaretta, anzi molte sigarette al giorno. Si è messo a disposizione della squadra e la stessa si è affidata a lui dal primo giorno a Dimaro, è entrato in punta di piedi con l’umiltà che immancabilmente non manca di mostrare,ricevendo dai giocatori i giusti attestati di stima in campo.
“ Ho scelto come unico mestiere quello che avrei fatto gratis. Ho giocato, alleno da una vita, non sono qui per caso. Mi chiamano ancora l’ex impiegato. Come fosse una colpa aver fatto altro”.
La sua gavetta si può dire è iniziata dietro uno sportello bancariofra una pratica e l’altra per poi finire sui campi da calcio. Seconda categoria,Promozione,Eccellenza,C2 e B. Oggi per molti il percorso è inverso,si parte da una grande per poi finire nel dimenticatoio. Lui no,si è forgiato a dovere,ha masticato il calcio dei campi di periferia per poi avere il giusto premio,la promozione in A con l’Empoli. Una grandissima stagione anche qui,sempre in periferia sognando in grande. In estate l’avrebbe potuto ingaggiare il Milan ma: “non aveva il profilo giusto”. Si staranno mangiando le mani a morsi.
Il resto è storia recente,una storia a tinte azzurre che ha portato alla ribalta una figura diversa di allenatore,fatta di sacrificio,sudore e lavoro quotidiano. Un uomo comune. Ha chiuso un cerchio,lui che da bambino nella sua scuola era l’unico tifoso del Napoli fra tutti i bambini presenti. La parola scudetto non vuole nemmeno sentirla nominare,è una bestemmia, e lui da buon napoletano originario di Bagnoli non disdegna la scaramanzia, ma in cuor suo sicuro ci spera.