Daniele Arcella, partecipante al corso diretto da Paolo Del Genio, ha analizzato la figura carismatica di Pepe Reina.
È proprio vero: “Un forestiero quando viene a Napoli piange due volte: quando arriva e quando parte”.
Basta questa celebre frase per raccontare la storia recente che lega Pepe Reina al Napoli. Il portierone spagnolo non ha resistito neanche un anno lontano dalla città partenopea che nel giro di poco tempo ha imparato a conoscere e ad amare, profondamente e sinceramente.
Come un vero napoletano, o forse più. L’esperienza a Monaco gli ha offerto tanto sotto il profilo calcistico ma vi sono aspetti della vita personale di un individuo che vanno ben oltre le legittimi ambizioni professionali. In un mondo pilotato troppo spesso dalla ricerca delle migliori opportunità e della eccellenza per primeggiare sugli altri, capita anche che a decidere del proprio destino siano i sentimenti, l’amore nei confronti di un popolo e di una terra, proprio gli ingredienti che hanno consentito a Reina di riabbracciare Napoli ed il Napoli.
Con il suo ritorno il club azzurro ritrova un giocatore indiscutibilmente attaccato alla maglia e un autentico leader. Carisma e personalità al servizio del gruppo, l’uomo destinato ad alzare la voce (in campo e fuori) che tanto è mancato nell’ultima, tribolata annata. La squadra allenata da Maurizio Sarri, altro emblema di questo calcio, ritrova non solo un grande portiere in grado diinnalzare il tasso tecnico della rosa ma soprattutto un uomo che fa del senso di appartenenza la sua ragione di vita.
È questo, a detta di molti, l’elemento fondamentale che rende un intero gruppo vincente ed altamente competitivo: i numeri di questa stagione sono sotto gli occhi di tutti. Perché Reina ha saputo trasmettere a tutti i suoi compagni quelle motivazioni giuste che sono alla base dell’agire comune avente come obiettivo il raggiungimento dei risultati. Reina è diventato un personaggio imprescindibile, il collante in grado di unificare gli obiettivi adattando il proprio stile a seconda delle situazioni. Ci mette spesso la faccia anche quando gli umori non sono proprio idilliaci e riesce a comunicare serenità all’esterno nei momenti giusti perché solo un napoletano conosce quanto sia difficile tenere in equilibrio una città ed un popolo che vivono la quotidianità soltanto attraverso gli estremismi. Ma lui oramai è napoletano dentro, ne ha gli anticorpi, un capopopolo indiscusso a cui manca soltanto la cittadinanza onoraria