Daniele Arcella, partecipante al corso organizzato da 100x100Napoli, ha analizzato la straordinaria stagione del Napoli.
Cosa occorre per raggiungere lo strapotere bianconero? Mentalità e gestione delle tensioni.
Nel calcio ma nello sport in generale conta solo vincere. Ma è davvero così? Eppure c’è chi pensa che non sia affatto vero che nella Storia conta solo l’almanacco e si ricorda solo chi vince. Tornando indietro con la memoria, i più anzianotti difficilmente ricorderanno la Germania del ’54, perché rimane indelebile la grande Ungheria che perse. E l’Olanda di Crujiff? Perse ma è nella Storia! A Napoli ad esempio, se chiedi in giro chi è il più grande allenatore della storia azzurra, nessuno cita Bigon che ha pur vintoma molti racconteranno del calcio di Vinicio. L’impressione è che la squadra di Sarri sia nella Storia azzurra senza ombra di dubbio. Il Napoli ha conquistato 82 punti in classifica, 19 in più rispetto la scorsa stagione e volendo essere pignoli 4 in più rispetto a due stagioni fa, tanto per prendere in esame il biennio Beniteziano che pure ha regalato al club qualche trofeo. I numeri di questo Napoli sono da capogiro, sotto gli occhi di tutti: 41 punti fatti nel girone d’andata e 41 in quello di ritorno. Un equilibrio perfetto sancito anche dal numero di gol fatti e subiti (38 e 15 nel girone d’andata, 42 e 17 in quello di ritorno), dimostrando che, in termini numerici, non è mai esistito un vero e proprio calo nonostante qualche problemino del mese di febbraio. Gli azzurri hannoincamerato record su record considerando i punti in classifica raggiunti, il miglior numero della sua storia considerando anche le stagioni nelle quali le vittorie valevano due punti. Per non parlare della imbattibilità casalinga eguagliando quella ottenuta nell’era Maradona. La ciliegina sulla torta poi rimane quella di Gonzalo Higuain, migliore attaccante della storia di tutta la serie A (36 gol in 35 gare). Insomma, appare chiaro a tutti che, se il Napoli non avesse impattato contro una Juventus così stratosferica, avrebbe sicuramente vinto il suo terzo scudetto della storia. Ma allora, dov’è che il Napoli ha bisogno di migliorarsi? Volendo peccare di pignoleria sarebbero ancora i dati a sancire una verità forse incontrovertibile: il rendimento esterno della squadra. 9 vittorie, 4pareggi e 6 sconfitte sono numeri abbastanza lontani da quelli record di Rafa Benitez del 2013/2014, quando le vittorie in trasferta furono addirittura 13 e le sconfitte soltanto 4, come mai era capitato nella storia del Napoli. Basti pensare alle trasferte di Torino e Roma avvenute praticamente in prossimità del triplice fischio finale, per non parlare delle sconfitte meritate di Bologna ed Udine. Se in queste 4 gare l’undici di Sarri avesse per lo meno raggiunto il pari, probabilmente sarebbero stati i tifosi azzurri a festeggiare lo scudetto. Forse è da qui che dovrà ripartire il Napoli della prossima stagione. L’acquisizione di una migliore tenuta mentale dei propri giocatori ed anche la capacità di sapersi accontentare in quelle giornate nelle quali la cattiva stella la fa da padrone. La gestione dei momenti spesso risulta esseredeterminante ed è capace di spostare gli equilibri di una partita e forse di un intero campionato. Per il momento tutta Napoli può e deve godersi questo 2° posto condito di record e gran calcio, come non se ne vedeva da anni. È questa la strada da percorrere, l’Olimpo del calcio è vicino!