Daniele Arcella, partecipante al corso diretto da Bruno Marra, ha ricost l’idolo di tutti i tifosi napoletani e non solo.
“Presto incontrerò De Laurentiis per pianificare il ritorno”: la frase che tutti i napoletani attendono da tanto tempo potrebbe tramutarsi in realtà, il sogno di tutti coloro che hanno vissuto da vicino e non solo, colui che ha immortalato Napoli in una cartolina senza tempo. Stiamo parlando di Diego Armando Maradona.
La notizia è stata diffusa da una radio locale grazie alle dichiarazioni di Stefano Ceci, amico e manager dell’ex capitano azzurro, di recente a Napoli per presentare un libro. Sarebbe un romanzo da riscrivere, una storia d’amore infinita quella tra Maradona e Napoli, interrotta forse troppo bruscamente che ha scalfito per sempre i cuori di tantissimi napoletani e non solo.
È forse solo una questione anagrafica ma chi oggi ha quaranta anni e più ha il privilegio di poter raccontare immagini, storie lette, viste e vissute che i meno giovani difficilmente potrebbero comprendere. Certo, occorre essere particolarmente appassionati rendendo proprie quelle emozioni che altri non hanno potuto conoscere ma vi sono personaggi che hanno graffiato le pareti del vissuto umano lasciandone segni indelebili, al limite della realtà come in un sogno nel quale il protagonista è tale perché disegna una epopea sui generis che si impone con prepotenza. È così che, chi ha l’età riesce a svegliarsi dal sonno e rileggere quelle pagine scritte e colorate da un genio assoluto che attraverso le sue “parabole” ha incantato e fermato il tempo a lungo, accarezzando con un pallone ciò che è precluso agli umani quasi per volere divino. Pochi aggettivi per ricostruire il profilo di un personaggio le cui gesta e il cui ricordo sono andati oltre i racconti tramandati di generazione in generazione, attraversando nel tempo la storia e la memoria di un immaginario simbolico quanto popolare: el Pibe de oro, Maradona. I numeri, i suoi numeri li rimandiamo alla tanta letteratura prodotta su di lui ma le emozioni vissute insieme alla fortuna di chi le ha godute nel tempo, quelle vanno soltanto raccontate perché credenti o no, occorre soltanto ringraziare dio per aver concesso ai tanti di poter conoscere non solo il calciatore più forte di tutti i tempi ma soprattutto colui che ha scelto di emergere dalla estrema povertà della sua terra natale per ergersi a condottiero di un popolo, quello napoletano, ricco di sogni e povero di soddisfazioni. Maradona ha proiettato Napoli nel mondo in un’altra dimensione. Dentro e fuori dal campo, la città era ai suoi piedi, pronta ad esaltarlo e a perdonargli i suoi eccessi. Genio e sregolatezza si dirà, forse è proprio così ma anche tanta invidia per un certo bigottismo culturale tipico degli umani. In fondo tutti i migliori sono un po’ “matti”, ma non tutti i matti sono i migliori.
Un amore che non si è mai spento: sono passati trent’anni, ma per la nostra storia lui è ancora Diego.