Nella lotta al Coronavirus spunta il team statunitense “1 Day Sooner”, che si offre di reclutare volontari per farsi infettare per studiare un vaccino.
Nella corsa al vaccino contro il Coronavirus si inserisce il team statunitense di ‘1 Day Sooner’ (“un giorno prima”). Guidato da Josh Morrison, un uomo che 10 anni fa si distinse per altruismo donando un rene, senza alcuna emergenza, all’Ospedale di Boston.
Ora la ‘squadra’ di Morrison si offre di reclutare volontari per farsi infettare dal Coronavirus e studiare cure e vaccini sotto controllo medico. Soltanto ieri 16.000 persone si sono offerte per il progetto, di cui Morrison ha parlato anche alla prestigiosa rivista medica ‘Nature’.
Anche l’Oms ha aperto la porta a questo tipo di sperimentazione: “Potrebbero non solo accelerare lo sviluppo di un vaccino covid-19, ma anche aumentare le possibilità che i vaccini saranno più efficaci”, afferma l’Organizzazione Mondiale di Sanità in un rapporto pubblicato il 6 maggio.
L’Oms ricorda che decine di migliaia di persone hanno partecipato a studi di questo tipo nell’ultimo mezzo secolo.
Nel 2016, un centinaio di persone in buona salute hanno ingerito i batteri che causano il tifo al Churchill Hospital, Oxford, in Inghilterra, per testare l’efficacia di un vaccino contro la malattia.
Nel 1999, le università americane del Maryland e Cincinnati hanno infettato 51 persone con batteri del colera nell’ambito di una sperimentazione di un nuovo vaccino.
“I rischi per i volontari sono un motivo importante per preoccuparsi di questi tipi di prove. Sembra che le persone giovani e sane abbiano un rischio inferiore per i Covid-19, ma possono anche ammalarsi gravemente e morire, e ancora non sappiamo perché”, afferma l’americano Seema Shah, esperto di bioetica e coautore del rapporto dell’Oms.
Il documento chiede un giusto bilanciamento tra rischi e benefici mentre alcuni avvocati nel mondo hanno espresso perplessità e dubbi sull’iniziativa di ‘1 Day Sooner’.
Attualmente esistono più di 110 i vaccini sperimentali contro il nuovo Coronavirus e altrettanti trattamenti sperimentali.
I volontari sani intenzionalmente infetti potrebbero aiutare a identificare i farmaci più promettenti senza dover vaccinare decine di migliaia di persone e aspettare mesi per vedere cosa succede. Josh Morrison afferma che 90 persone provenienti dalla Spagna, 40 dalla Colombia, 20 dal Messico e 10 dall’Argentina hanno già aderito al programma.
Il già citato dottor Shah, della Northwest University di Chicago, ritiene che occorrerebbero dai sei ai dodici mesi per prepararsi a queste infezioni umane controllate.
Fonte: ilcorrieredellosport.it