Coronavirus, il caso del sospetto focolaio a Marcianise. L’edizione odierna del Mattino analizza un caso che ha inizio l’ottobre scorso.
“Dopo le notizie di questi giorni, di atleti probabilmente contagiati dal coronavirus ad ottobre nel corso delle Olimpiadi militari svoltesi a Wuhan, epicentro mondiale della pandemia, un brivido attraversa tutto il mondo dello sport italiano. A Marcianise, da diversi decenni capitale mondiale del pugilato, si ripensa agli scorsi mesi invernali, quando nelle palestre di boxe una vera e propria epidemia influenzale ha colpito molti atleti. All’epoca non si conoscevano ancora i sintomi del Covid 19; con il senno di poi, però, comparando alcuni segnali indicativi della malattia, il sospetto del contagio è più che lecito.
Tre pugili, da Marcianise, il 17 ottobre scorso, partirono per Wuhan tre pugili ed il loro coach: Raffaele Di Serio, Francesco Maietta e Paolo Di Lernia, capitanati dal tecnico Michele Cirillo, tutti appartenenti al gruppo sportivo dell’Esercito. Nessuno di loro si sbilancia ora poiché, essendo militari, non sono autorizzati a rilasciare dichiarazioni. E poi, nei giorni scorsi, c’è stato il comunicato ufficiale diffuso dai gruppi sportivi militari a nome degli azzurri presenti a Wuhan. Un comunicato perentorio: «Non è stata riscontrata alcuna criticità individuale o collettiva collegabile al contagio da coronavirus». Eppure dietro l’ufficialità ci sono ben altre convinzioni che, con il passare dei giorni e delle settimane, si sono rafforzate.”
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