Queste le parole del giornalista sulle pagine di Repubblica Napoli all’interno della sua rubrica “Il graffio”.
“Sta per concludersi il campionato dei record per il Napoli. Nel saluto di Sarri al pubblico leggo un arrivederci che dirada anche il rammarico di un ancora difficile secondo posto. Il più bel complimento è di Sousa: dice di essersi diverti a studiare le partite del Napoli, il suo gioco, e l’ha anche detto a Sarri prima della partita. Leale ammirazione di un ottimo allenatore al collega che ha ormai conquistato Napoli, e che eleva il livello tecnico del campionato italiano con il suo impegno quotidiano. Ha dovuto fabbricare in casa il nuovo bomber. Mertens con i suoi 27 gol finora, l’affascinante disponibilità, l’intesa con il fantastico gemello Insigne e tutta la straripante potenza di Callejon ha cancellato ogni possibile nostalgia: Higuain è una figura che si disperde in un trionfo non suo, lontana e modesta immagine in bianco e nero di un uomo che vince senza essere mai più protagonista. Giro volentieri agli amici del Graffio il commento scritto per Repubblica Napoli.
Chissà se hanno visto Chievo-Roma. Quelli del Napoli arrivano stravolti come chi esce da due giri sulle montagne russe. Toccano il cielo nel primo tempo, con quel pareggio concitato che li lascia sperare, piombano nell’ordinaria rassegnazione dopo il 3-5 che certifica la credibilità di una partita da fine campionato, piccole storie di grandi illusioni. Il calcio è un gioco, perfido gioco. Ci volevano nervi d’acciaio, ed il Napoli li ha. Oltre a freschezza atletica, esemplare dote in questa fase della stagione.
Conclude un campionato, non sempre felice, contaminato da un leggero ma forse fatale spreco di punti in autunno. Ma la sua vitalità gli consente di resistere bene nel primo tempo ad una Fiorentina spregiudicata e ambiziosa, e di dominarla con un interessante vantaggio, due gol che non hanno alterato la partita, allestita da Sousa con una consueta variante al suo 4-2-3-1. La difesa non solo nella fase attiva porta l’esterno basso di sinistra Olivera venti metri più avanti perché possa fare da sponda nelle ripartenze e tentare una superiorità numerica al centrocampo, affiancandosi ai mediani Vecino e Badelj.
Un elemento di disturbo è Ilicic: schierato a destra in linea con Bernardeschi e Cristoforo nel terzetto che assiste la prima punta Kalinic, Ilicic crea gioca mettendo a disagio Hamsik.
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Un dettaglio tattico che non svaluta la partita di Hamsik, si sa che non è un mediano scorbutico e Ilicic lo segnala spesso, ma proprio Hamsik schioda la partita con un colpo di testa su nuovo schema studiato dal comandante Sarri per i calci piazzati. Il portiere Tatarusani respinge, senza accorgersi di Koulibaly libero e in agguato, pronto al sjuo primo gol in campioanto. Che il Napoli stia imparando a fruttare le palle inattive inattive con meccanismi inediti finora lo dimostra Mertens quando segna il suo primo gol in una serata attivissima per lui, il terzo del Napoli grazie a Insigne che piazzato sul primo palo di testa gli allunga un assist dolce quanto perfido. È la serata dei terribili nani, perché Insigne splende per una astuta mobilità, si accentra per non dare riferimenti e inseguire le sue lune. È sempre dove c’è spazio per il suo estro. Tomovic non sa più dove cercarlo. Sempre più ispirato il fantasista del Napoli, così come Mertens agilmente raddoppia il suo bilancio, ma più che il 27esimo gol va segnalata la sua duttilità, l’intuito, la varietà di temi. In rete arriva con l’azione che aveva anche avviato. Partita che merita tutti gli applausi quando lo sostituisce Pavoletti, cenno di rispetto alla sua disciplinata quanto lunga attesa in panchina.
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Sarri coglie nello strapotere isolato di Ilicic il disagio di Hamsik, inviando nella sua zona da destra a sinistra Zielinski, dà il cambio ad un sempre più convincente Jorginho con Diawara, a destra si infila quindi Rog. La nuova linea mediana con sicurezza spegne i ritorni di fiamma della Fiorentina, con Bernardeschi rigenerato dal trasferimento a destra, con Ilicic più vicino ad un flebile Kalinic, precipitato nella gabbia di Koulibaly e Albiol, con Reina che dirige e para come nei giorni migliori. Qualche ombra su Hysaj e Ghoulam, in ruoli che vanno attrezzati meglio. Ma c’è tempo. Prevale lo spettacolo che Napoli e Fiorentina sanno offrire: una partita da Premier, vinca pure la Juve, ma la festa del calcio è qui, con Sousa che si misura in coraggio, eleganza e bravura con il comandante Sarri”.