Antonio Corbo, giornalista di La Repubblica, ha parlato ai microfoni di RMC Sport di Ancelotti ed il suo nuovo Napoli, oltre che di Ospina.
“Bisogna parlare con grande rispetto di Sarri, perché ha regalato 3 anni stupendi al Napoli, quelli del bel gioco. L’anomalia era far giocare sempre gli stessi giocatori, anche stremati come è successo nel finale di stagione. Ancelotti, invece, ha portato normalità, da grande allenatore, tenendo tutti sulla corda in grande armonia. Tutti vogliono giocare e ne hanno la possibilità. Insigne entra dalla panchina, capisce la scelta dell’allenatore e diventa decisivo. Questa è la differenza.
In Serie A prendono allenatori a 1000 lire al mese e poi li buttano via come un rasoio usa e getta. Gli errori sono tanti: non c’è mai una mente tecnica che presiede alle operazioni di mercato. Il grande pericolo è ascoltare quello che vogliono i tifosi, che conoscono i giocatori per sentito dire sui media. Occorre una sintonia perfetta tra allenatore, ds e presidente, per concordare un indirizzo tecnico-finanziario. Il Napoli si è comportato come una città di provincia, solo oggi scopre la grandezza di Ancelotti, che ha vinto ovunque e ha acquisito esperienza. È tornato più forte di quando partì per il suo giro europeo ma è stato incredibilmente accolto con scetticismo.
Ospina? Devo fare autocritica. Mi lasciava tante perplessità, ma ieri ci siamo resi conto che possa essere affidabile, in attesa di Meret, la cui convalescenza rischia di protrarsi. È un portiere con la giacca, copre tutta la porta con le gambe e con le braccia, un modo perfetto”.