Il giornalista Antonio Corbo nel suo editoriale che è possibile leggere in versione integrale su Repubblica oggi in edicola, analizza la vittoria del Napoli sul Genoa.
Questi alcuni passaggi dell’analisi di Corbo.
La Juve non si spaventa certo, ma un dubbio le sarà venuto stanotte. Che è successo al Napoli, che cosa l’ha trasformato da squadra carica di interrogativi in una inattesa capolista del campionato, con sei punti e otto
gol in due partite, neanche uno preso, gioco fluido e tagliente?
Si è abbattuto su un Genoa ancora sgangherato, ma la sua potenza tranquilla nella mezz’ora finale di Parma e la vittoria di ieri hanno una serie di buoni motivi, facili da spiegare.
A Parma il Napoli preferì la prudenza al coraggio. L’ingresso di Osimhen fu a Parma una svolta tattica radicale,
il passaggio dal 4-3-3 al 4-2-3-1 una conquista di libertà, come buttar via le briglie e inseguire la fantasia.
Gattuso si è confrontato per giorni con i suoi timori, dopo Parma. Parlava di equilibri da ritrovare.
Il Napoli ha sentito l’attesa del suo pubblico, quella voglia di forzare e scommettere, l’ha interpretata cominciando con una squadra sbilanciata, o forse solo ottimista.
Con Osimhen che non si poteva rimandare certo in sala d’attesa, è stato confermato anche Lozano nella linea a 3 dietro il gigante nigeriano. Non ha segnato, ma si è dato tanto da fare aprendo spazi.
Al quartetto di spiccata vocazione offensiva, Gattuso è stato costretto a strafare: due mediani come Fabiàn Ruiz e Zielinski, nessuno dei due incontrista, ma assidui nell’inserimento.
Un Napoli più potente e suo malgrado riequilibrato da un infortunio. Senza Insigne e con Elmas, quarto a destra in un 4-4-2, la squadra segnando scaccia le paure di Gattuso.
Con un Koulibaly superlativo anche come regista arretrato, il Napoli è pronto per la Juve. Che il mercato non lo fermi proprio ora che in panchina siedono in due: Gattuso e il destino.