Il giornalista Antonio Corbo, nel suo editoriale per Repubblica, ha parlato della sfida che attende il Napoli questa sera contro l’Inter.
Corbo si è soffermato anche sulla semifinale di ieri sera tra Juventus e Milan, una gara priva di grosse emozioni che ha garantito ai bianconeri l’accesso alla finale di Coppa Italia. “Napoli-Inter è un groviglio di incognite, le squadre arrivano cariche di tensioni, oltre cento giorni di pausa spengono anche i riflessi di un robot, partita attesa e temuta come certi esami, quando persino gli sgobboni rischiano di fare scena muta. Può cedere alle amnesie il Napoli turbato dalle luci fredde di una cattedrale senza vita, bravo Gattuso che l’ha già portato ieri sera nel San Paolo deserto. Nell’insolita atmosfera può andare in tilt anche l’Inter per le pressioni di Conte, specialista in partenze sparate, come per il nuovo modulo con Eriksen trequartista, magari per l’ansia di ritrovare se stessa dopo il crollo di marzo, tre sconfitte che hanno tormentato l’Inter per più di tre mesi.
La partita manda stasera una delle due squadre alla finale di Coppa Italia del 17, sfidante già qualificata la Juventus di un accigliato Sarri, bloccata nel suo invalicabile Stadium da un Milan in dieci. Juve che sembra una clamorosa opportunità, involuta e confusa, penalizzata da un Ronaldo con la testa ancora a Madeira, da un 4,5 in una pagella generosa. Vista contro il Milan lascia qualche dubbio incoraggia Lazio e Inter nella corsa scudetto. Sempre che non sia anche questa sua prova condizionata da una troppo lunga pausa. Stasera sapremo meglio. Potrebbero risentirne anche Napoli e Inter, è imprevedibile di un insopportabile disarmo.
Napoli-Inter ricomincia stasera dalla semifinale del 12 febbraio, quando il Napoli gelò l’Inter con un gol di Fabiàn Ruiz. Ma che Inter era? La migliore possibile, aveva appena battuto il Milan nel derby con un impetuoso ribaltone (da 0-2 a 4-2) e agganciato la Juve sconfitta a Verona.
Un momento magico interrotto proprio dal Napoli in Coppa Italia. Come battere contro un muro e finire in pezzi. Antonio Conte non riesce poi ad evitare seconda e terza sconfitta, negli scontri diretti con Lazio e Juve che ricacciano a 8 e 9 punti il colosso Suning Holding Group del potente imprenditore cinese Zhang Jindong. Questo lo choc che l’Inter si porta dietro. L’ha superato? Chiedono di saperlo a Milano come a Pechino, dove aspettano dalla finale di Roma l’ottava Coppa Italia ed il 40esimo trofeo dell’Inter euromondiale.
Si può capire il valore della partita di stasera per l’Inter, ma anche la metamorfosi del Napoli che si è rialzato dalla polvere di un autunno penosamente folle, segnato dalla rivolta del 5 novembre. Così pesante il tonfo da rivelarsi decisivo: fu il punto di ritorno per una squadra bruciata dalla sua presunzione, un’orchestra impossibile di presunti divi, quasi tutti credevano di essere sottostimati e giocavano da solisti, vanità e preparazione scadente erano coperte da un alibi: non giocavano fuori ruolo. No, giocavano male. Non erano una squadra. Pagò Ancelotti, professionista con valori tecnici straordinari ovunque confermati, tranne che a Napoli, come mai? È bastato poco al giovane e concreto Gattuso per rimettere in riga il Napoli. Ancora meno ad un presidente che conta pure i centesimi dell’euro per restituire un senso al danaro del quinto monte ingaggi. Austero anche nell’ultimo incontro: De Laurentiis ha promesso di pagare dopo stasera solo uno dei 4 stipendi sospesi. Di liti e pace è pieno il teatro popolare di Napoli, nel calcio non regala sorrisi neanche l’ex re dei cinepanettoni.
Emotiva nei primi minuti, la partita si complica tatticamente se tarda il primo gol. L’Inter deve inserire il ventottenne Christian Eriksen, un danese geniale ma ruvido, potente ma lunatico, ex Tottenham. Conte lo prova come rifinitore in un 3-4-1-2, per lasciare a centrocampo un quartetto solido: Candreva, Barella, Brozovic, Young. Molto dipende da Demme centrale, si ritroverà addosso Eriksen. Per Brozovic se migliora è pronto Mertens, piazzato come un sasso sui binari. La vittoria dell’andata premiò una idea di Gattuso: Elmas al posto di Insigne e una perfetta rete difensiva. Non si discute Insigne, meglio un riequilibrio a centrocampo: la logica preferisce Callejon a Politano sulla destra dove Di Lorenzo va ad attaccare Young. Tra i mille retropensieri di stasera, c’è la sfida Mertens-Lukaku, coppia brillante nella Nazionale belga, coppia mancata della prossima Inter. Chi ha indovinato su “Ciro”: Zhang o De Laurentiis?