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Corbo: “De Laurentiis si sarà accorto degli errori commessi”

Antonio corbo

Antonio Corbo, giornalista, nel suo editoriale per La Repubblica ha analizzato il momento che sta attraversando il Napoli.

“Si sarà accorto anche Aurelio De Laurentiis degli errori commessi. Nel suo silenzio c’è il primo segnale di resa in 15 anni di presidenza. I migliori nella storia del club per costanza di risultati, qualificazioni europee, attivi di bilancio.

Non ha vinto scudetti, ma neanche portato il club alla bancarotta. Proprio la qualità della gestione, con vendite cospicue da Cavani a Higuain a Jorginho e investimenti modesti per sostituirli, ha illuso il presidente fino all’attuale disastro.

Gli ha fatto credere di essere il solo a conoscere il calcio, di aver imparato tutto e in fretta dopo la breve scuola-guida di Pierpaolo Marino, meno che mai di aver avuto felice intuito ed anche fortuna. Non c’è buon marinaio se non riconosce le buriane e sa uscirne. Stavolta non gli riesce. .

Aveva capito che Ancelotti era alla fine del suo ciclo a Napoli la scorsa estate, e doveva cercare un nuovo allenatore. Ecco perché non gli comprava James Rodriguez né altri. Ma non si indovina sempre: scoprire Sarri a sessant’anni è come vincere un milione alla roulette in una sola notte. La pallina si è fermata un paio di mesi fa su quel faccione da guerriero che tanto prometteva.

Avrà provato i brividi anche il presidente vedendo in tv il suo allenatore in ginocchio. Gattuso che definiva come o peggio di un giornalista («Inguardabile, imbarazzante…») la sua squadra. Gattuso che chiedeva scusa ai tifosi e alla città. Gattuso che però non sapeva indicare al Napoli e a se stesso una via d’uscita dopo 4 sconfitte in 5 gare. Ancora peggio il silenzio del presidente: neanche lui ora sa tirarlo fuori dal labirinto di parole, promesse, sceglie sbagliate in cui si è smarrito.

Colpa anche della società, che non aveva captato sognali di usura nella squadra. Gli ha presentato la squadra come forte ma allenata male. Gattuso c’è cascato. Nel club c’è infatti interesse a nascondere le magagne di mercato. Tre terzini a destra (Di Lorenzo, Malcuit, Hysaj) e nessun acquisto per l’irreperibile Ghoulam. Due centrocampisti ceduti (Diawara e Rog, bravi con Roma e Cagliari) e qui solo 4 per tre ruoli: Allan, Fabian Ruiz, Zielinski ed Elmas, nessuno adatto per stare al centro.

Al resto ha pensato Gattuso. Piuttosto che cercare con coraggio le alternative, per svegliare una squadra appassita, si è legato ai giocatori che Ancelotti metteva in discussione. Insigne il primo, a danno di Mertens. Peggio con Callejon, al punto da nascondere Lozano. Ingenuo Gattuso: piuttosto che cercare le alternative, si è legato ai giocatori che Ancelotti metteva in discussione.

Insistere su Fabian Ruiz è una sfida alle regole del calcio. Il fine spagnolo ha molte qualità tranne la geometria snella per smistare subito la palla e far ripartite l’azione, tranne il contrasto per proteggere la difesa, tranne la prontezza per scalare. Il centrale c’è, la società l’ha preso. Demme è stato in panchina a vedere per 56’ come non giocava Fabian Ruiz. Lobotka neanche è entrato.

Negli strani cambi, Demme ha sostituito l’incontrista Allan uscito furibondo e non Fabian Ruiz, neanche Callejon assente sulla destra e poi richiamato al centro. Confusione in difesa con Di Lorenzo al centro che sbaglia i movimenti, Luperto maciullato sulla fascia sinistra con Zielinski e Insigne dallo strapotere della verticale Milenkovic-Lirola-Benassi.

Sull’altro versante Allan e Callejon oscurati da Castrovilli. I 70’ di possesso palla certificano un motore fuori giri: troppi passaggi per nulla. Gattuso ha poco tempo per cercare qualcosa di nuovo: escludere chi porta in campo l’angoscia di contratti non rinnovati e il livore di multe non condonate è già una buona idea. Incombono Lazio domani e Juve domenica. Annunciare cieco furore prima delle partite e chiedere scusa dopo è una malinconica scena. Vale per tutti: coraggio o addio.”

Da La Repubblica Napoli

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