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Corbo: “Cavani, i pro e i contro. In questo calcio i sogni non hanno prezzo”

Antonio corbo

Antonio Corbo, giornalista di Repubblica, ha scritto il suo editoriale su Il Graffio.

 

Corbo scrive dell’arrivo di Cavani: “I tifosi aspettano Cavani. A qualsiasi costo. Anche De Laurentiis lo vuole, ma al prezzo basso che fissa lui. Nelle due posizioni c’è tutto il divario tra un sogno e un’utopia. Tra le suggestioni di un amore ritrovato e il gelo della ragione. Tra la speranza di rispondere con i gol di un bomber scapricciato ma sicuro, a quelli che minaccia la Juve, dopo l’affare-choc di Ronaldo.
I tifosi hanno ragione.

L’aspettativa febbrile è condivisibile. Il Napoli ha sfiorato lo scudetto con Sarri, deve pur vincere con Ancelotti qualcosa di concreto dopo gli astratti 91 punti, gli impalpabili record, la volatile bellezza del gioco. Ma ha torto De Laurentiis? L’affare non lo ha mai bocciato, ma lo ha reso complicato con le sue condizioni.
Il presidente teme di deviare dal suo stile di gestione. Paventa quasi quel glaciale annuncio in auto, “ricalcolo del percorso”, quando il navigatore ti dice che hai sbagliato strada. Devi cambiarla e rifare i conti. È così per un club che ha fondato i suoi successi sul rigore dei bilanci. Per De Laurentiis, che punta su giovani da valorizzare, sembra un’insopportabile contraddizione riacquistare un trentenne a prezzo di mercato.
Cavani arriva nel 2010 grazie ad una svista dell’Inter. Moratti, ormai penalizzato dalla sua generosa miopia, è in declino.

Rifiuta l’offerta di Zamparini. Il presidente del Palermo passa da Moratti a De Laurentiis, gli confida che è costretto “per motivi ambientali” a cedere Cavani. Proposta: 17 milioni pagabili come oggi usa per le auto. Quattro subito, il resto in comode rate per oltre tre anni. De Laurentiis è subito d’accordo con Zamparini, al resto pensa Mazzarri: cambia Cavani, da attaccante esterno a centrale. Un trionfo: 104 reti in 138 partite. Ma, come a Palermo, Cavani scopre qualche disagio ambientale: il suo ultimo amore è raccontato avidamente dai settimanali rosa.
Siamo nel 2013. Si mobilitano famiglia, amici e persino un parroco uruguaiano per sostenere il trasferimento al Real Madrid. Il bomber, in bilico tra il fervore della fede cristiano evangelica e la fresca love story sogna la Spagna, ma il Real Madrid non offre i 64 milioni previsti per lo svincolo dal Napoli, soldi che versa in contanti un irritato Al Tani, sceicco del Quatar. Non gradisce la formula cash imposta da De Laurentiis e Cavani riapre la lista dei cuori ingrati, il primo fu Altafini nel ‘72 consegnandosi alla Juve. Ci risiamo, estate 2018. Arrivano segnali da familiari e amici di Cavani. La voce gira: Edinson vuol tornare al Napoli, qui vivono i suoi figli e si è fermata la signora Berta Gomez, come tutte le mamme spera che il figlio la raggiunga presto. Alle 16.59 di sabato pomeriggio però invia agli amici napoletani un messaggio triste come un sospiro “nessuna notizia”.

De Laurentiis fa i conti. Ricorda di aver incassato 64 milioni nel 2013. Non vuol mica sborsare il doppio ora. Apre uno spiraglio: se Cavani guadagna 12 milioni puliti fino al 2019, il Napoli può dargliene 7-8 fino al 2022. Ma Cavani, spera sempre il Napoli, deve evitare la trattativa con Al Tani, ancora irritato per aver dovuto versare cash i soldi dell’acquisto.In una normale trattativa il Napoli dovrebbe pagare il cartellino e garantirgli 12 milioni per tre anni, quindi 36 netti, oltre 70 lordi. Con i soldi ad Al Tani, l’operazione rischia di superare i 100. Dopo aver ceduto ai francesi Cavani nei cinque anni della sua maturità di atleta. Ne vale la pena? Per De Laurentiis no, per i tifosi sì. Nel calcio che non ha memoria i sogni non hanno prezzo”.

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