Quanto è cresciuto il ragazzo di Frattamaggiore!
Alzate lo sguardo e osservate con attenzione. Non vedete proprio niente? Non avete fatto caso a come è cambiato all’improvviso il cielo? Fateci caso: Il cielo ormai è sempre più Azzurro sia a Napoli sia a Sarajevo, e questo non è certo merito di qualche strano fenomeno meteorologico, ve lo assicuriamo. Ma allora com’è possibile? Il merito è di Insigne che quando veste la maglia degli Azzurri e quella azzurra della Nazionale è in grado di portare il sereno ovunque grazie alle sue gesta sportive. Perché di gesta stiamo parlando visto che Lorenzo a 29 anni ha fatto il definitivo salto di qualità che lo consacra come un grandissimo del calcio italiano e internazionale.
Forse ci è voluto un po’ più del previsto ma ne è valsa la pena. L’attaccante del Napoli, per merito soprattutto di Gattuso, è cresciuto come uomo e come calciatore; come uomo perché oggi i fischi della piazza non gli fanno più male ma lo caricano e come calciatore perché è diventato un professionista versatile. Insigne, infatti, non è solo il classico esterno sinistro da 4-3-3 ma, all’occorrenza, può agire da seconda punta in grado di convergere verso il centro dell’attacco per liberare il tiro e al tempo stesso può operare da suggeritore delle prime punte.
E dire che molti lo davano per finito, e probabilmente non si stavano sbagliando del tutto, ma non avevano tenuto conto della cura del tecnico, psicologo e maestro di calcio Rino che, oltre ad averlo rivitalizzato, lo ha portato a livelli insperati. Eccoci dunque a celebrare questo scugnizzo che, tra le altre cose, ci ha appena regalato una gioia immensa chiamata “qualificazione alle Final Four di Nations League”.
Che prestazione a Sarajevo!
Insigne a Sarajevo ha dimostrato ancora una volta che tutto il bene che si dice di lui in questi ultimi mesi non è affatto casuale: contro la Bosnia il numero 10 della Nazionale, che vorrebbe essere il numero 10 anche nel Napoli come lo è stato un certo Diego Armando Maradona, ha offerto l’ennesima prestazione monstre fatta di grande maturità abbinata ad assist a bacio – il passaggio per l’1 a 0 firmato Belotti è pura poesia –. Come se non bastasse il ragazzo di Frattamaggiore sulla fascia sinistra è stato letteralmente imprendibile per chiunque – per informazioni chiedere a Ćorluka che lo sta ancora cercando in quella zona del campo!
Che belle notizie per l’Italia e ovviamente per il Napoli che non vede l’ora di godersi per tutta la stagione il suo gioiellino d’attacco la cui bravura e velocità fa letteralmente “saltare per aria” qualsiasi under over legato alle scommesse. D’altronde quando hai davanti un giocatore che sa fare veramente tutto è normale, non trovate anche voi?
Un Napoli pronto a vincere lo scudetto?
No, non stiamo esagerando: con un Insigne così, sognare si può. E il nostro sogno si chiama scudetto. Certo, anche l’Europa League è alla portata, ma volete mettere soffiare il 10° scudetto consecutivo alla Juventus? Scusate se siamo poco diplomatici ma sarebbe una soddisfazione sportiva grandissima! Chiamatela se volete rivalità oppure “odio” (ovviamente tra virgolette), ma per una volta superare la Vecchia Signora, con cui abbiamo lottato fino a poco tempo fa, sarebbe il massimo.
Voi obietterete che un giocatore, anche forte, da solo non può decidere le sorti di un’intera squadra. Siamo d’accordo in parte: quando in campo hai un Capitano, un trascinatore, un mago che fa sparire il pallone e un assist-man, la sorte può volgere dalla parte dei più forti, perché il Napoli di quest’anno, con Osimhen, Petagna e Bakayoko, è la squadra più forte. No, non è semplice campanilismo il nostro ma una considerazione che tiene conto di allenatore e rosa insieme.
La Juve sarà forte ma Pirlo non ci convince, l’Inter sarà forte ma sta facendo tanta, troppa fatica, per cui “Forza Napoli perché quest’anno lo scudetto è alla tua portata”.
Il rapporto Insigne-Ancelotti: quando Lorenzo non era ancora Lorenzo il Magnifico
Un allenatore per un giocatore, si sa, può essere una salvezza oppure una maledizione. Gattuso per Insigne è stato una salvezza mentre Ancelotti per Insigne è stato una maledizione. Ci dispiace molto dirlo ma quando in panchina sedeva l’ex allenatore del Milan, Lorenzo non solo non era ancora quel Lorenzo il Magnifico che stiamo finalmente apprezzando ma non riusciva nemmeno a dare il meglio di sé.
Tralasciando il famoso ammutinamento, è innegabile come Insigne non sia mai stato d’accordo con i metodi troppo morbidi del suo vecchio allenatore, che evitando di usare il pugno duro quando serviva ha portato il Napoli a perdersi e a perdere troppe partite. Con Ancelotti non è mai stato un problema di ruolo perché tutti i calciatori giocavano dove sapevano dare il meglio, ma i problemi sono sorti quando lo spogliatoio non lo ha più seguito. Da qui il calo di rendimento di Zieliński, Callejón e dello stesso Insigne, oggi completamente rinato.
Con qualche goal in più…
Ma adesso basta: lasciamoci alle spalle il triste passato e guardiamo al radioso futuro, visto che del presente, almeno di quello di Insigne, abbiamo già ampiamente parlato. Se, come detto, il giocatore con la maglia numero 24 è definitivamente esploso, è altrettanto vero che se prossimamente (ma non troppo) imparasse a segnare qualche goal in più diverrebbe ancor più decisivo per il Napoli e per la Nazionale di quanto non lo sia oggi.
Abituato com’è a offrire assist ai compagni, Lorenzo il Generoso dovrebbe provare a essere più cattivo vicino alla porta avversaria. Per carità, i 13 goal in 46 presenze dello scorso anno non sono male ma si può fare molto meglio considerando le grandissime qualità del giocatore. Se potessimo dare un consiglio a Lorenzo gli diremmo di non alzare troppo la testa quando si trova a 20/25 metri dall’area di rigore perché da lì i vari Immobile e Ronaldo cercano sempre la realizzazione.
Ok, saranno pure calciatori completamente diversi ma secondo noi non sono certo superiori all’Insigne divenuto in questi ultimi mesi decisivo per il Napoli e per la Nazionale.