Il presidente della Fiorentina Rocco Commisso dopo lo sfogo nel post gara Juventus-Fiorentina ha rilasciato un’intervista al Corriere dello Sport oggi in edicola e della quale vi proponiamo un breve estratto.
“Lo sfogo? Non si è trattato di una esternazione “ad personam”, rivolta alla Juventus. L’ho detto subito, l’ho fatto per il calcio italiano, che poi è quello che viene esportato nel mondo. Su ESPN, per esempio, queste incongruenze nel metodo di giudizio sono state sottolineate in diretta, prima ancora delle mie parole. Ci sono stati dei fatti ed io sono intervenuto per difendere gli interessi della mia squadra.
Lo ribadisco ancora una volta: la mia non è stata una richiesta dì favori per la mia squadra, quanto una maggiore uguaglianza nel metro di giudizio.
Buffon, quando la Juventus è venuta al Franchi, per la gara di campionato è stato un “signorone”. Stesso discorso Andrea Agnelli o anche John Elkann, col quale ho scambiato delle battute a New York. Con Nedved io non devo parlarci.
Pentito? E perché mai? Io sono uno battagliero, la mia forza, da sempre, è stata proprio quella di non tirarsi indietro di fronte a niente. L’ho imparato da mio padre, che è stato prigioniero per cinque anni in guerra. E anche da mia mamma, venuta meno all’età di 97 anni e fino a 95 indipendente sotto tutti i punti di vista, dal vivere da sola fino alla gestione quotidiana della casa. Aspetto certe scuse”.