L’ex arbitro e presidente della Commisione Arbitri della Fifa Pierluigi Collina ha rilasciato un’intervista che è possibile leggere in versione integrale sul “Corriere della Sera” oggi in edicola e della quale vi proponiamo un breve estratto.
Stop alle proteste? Non lo si poteva fare neppure prima se per questo.
Il calcio è uno sport fatto di contatti, impossibile impedirli. Tutti i protagonisti della partita saranno soggetti a rigidi controlli e questo speriamo sia sufficiente.
Senza pubblico il calcio è anomalo, strano, irreale. Il pubblico non condiziona l’arbitro o non dovrebbe. Comunque non sono gli 80 mila spettatori a influenzarti, per me erano peggio i 200 tifosi nei campi di periferia dove non c’era protezione. Il fattore campo sta perdendo importanza e aumentano le vittorie in trasferta.
Sul fallo di mano è stata definita la linea di confine tra braccio e spalla. Penso sia applicabile da subito. Anche l’immediatezza del gol segnato o dell’occasione da rete creata dopo un fallo di mano dell’attaccante è definita meglio. Le cinque sostituzioni un cambiamento temporaneo per proteggere la salute dei calciatori che giocheranno più spesso.
Ceferin (presidente UEFA n.d.r.) chiede più tolleranza sul fuorigioco? La tolleranza non risolve il problema, lo sposta. Posso anche passare da quota zero a dieci centimetri, ma dall’undicesimo il problema rimane. Stiamo valutando se un fuorigioco marginale abbia una rilevanza tale da farla diventare punibile.
Margini di errore della tecnologia? Per la Goal line technology si parla di millimetri. Nella Var interviene la componente umana e quindi c’è un margine di errore. Se le immagini mostrano qualcosa di certo (fuorigioco, fallo dentro o fuori area) vanno usate, altrimenti vale la decisione del campo.
La tecnologia è un’opportunità che va utilizzata. Io che sono davanti al monitor ti aiuto se ti dico: “Meglio se lo riguardi”. Se lo faccio non vado a rompere una solidarietà tra di noi. Dire: “Guarda che hai sbagliato”, è il modo migliore per mostrarti la mia amicizia.
Precisione e velocità non coesistono. Il peggior risultato è sbagliare perché hai voluto essere veloce. Guardi solo due immagini e quella giusta è la terza che non hai visto. Ci vuole abitudine a vivere i tempi d’attesa, ma la fluidità del gioco resta la stella polare da seguire e quindi lavoriamo per essere più rapidi”.