Primo Piano

“Col bel gioco non si vince”: un falso mito sfatato dal “Sarrismo”

Questa è la dimensione del Napoli: non c’è alternativa.

Undici top player in grado di risolverla dal soli, grazie esclusivamente al proprio talento, il Napoli non li avrà mai. È evidente: non è nelle possibilità economiche di questo club allestire, ogni anno, una rosa di straordinaria qualità, sotto tutti i punti di vista.

Dunque, in questi casi l’unica strada percorribile per avere anche l’1% di possibilità di vittoria finale, è quella del gioco: solo con l’organizzazione tattica ed una ossatura di buoni giocatori è possibile restare competitivi. Per vincere? Non si partirà mai in pole position; la prima della classe sarà sempre la Juventus, o in generale la società non solo più forte, ma più potente, quella con maggiori risorse, rapporti, strutture; o molto semplicemente, quella in grado di garantire al proprio allenatore il miglior organico del campionato.

Al Napoli non restano che un’identità di gioco, le idee, giovani emergenti, potenziali fuoriclasse. Quelli che già lo sono, o lo sono stati, non fanno al caso di De Laurentiis: gli uni per ingaggi elevati e concorrenza, gli altri perchè potrebbero rivelarsi degli ex fuoriclasse in fase calante, quindi inutili.

Con Maurizio Sarri la strada è stata tracciata. E se per assurdo, il Napoli cominciasse a giocar male, rischierebbe grosso: un’involuzione pericolosissima, un'”autogestione” che, anziché esaltare, depotenzierebbe le qualità dei singoli, mettendone a nudo i limiti tecnici.

Uno scenario, questo, che fortunatamente non s’è mai verificato, nè è stato mai ipotizzato, sia da parte del tecnico che della squadra, fortemente convinti del progetto. Anzi, l’obiettivo è continuare a migliorarsi. E non importa se gli altri avranno sempre più disponibilità: Sarri crede ancora che il lavoro possa fare la differenza.

In vista delle prossime stagioni, allora, l’obiettivo sarà evitare i Napoli-Sassuolo e Napoli-Palermo su tutti. Due partite pareggiate, e non a caso. Già, perchè proprio in queste due – rare – occasioni, gli azzurri si sono espressi meno bene del solito. Una risposta a chi sostiene che “col bel gioco non si vince”. Evidentemente, il “Sarrismo” insegna il contrario: anche contro avversari dalla cifra tecnica inferiore, la qualità della prestazione collettiva è la conditio sine qua non per andare a dama.

 

RIPRODUZIONE RISERVATA

Comments

comments

Ultimi Articoli

To Top