Giorgio Chiellini, difensore della Juventus, ha rilasciato un’intervista a “El Mundo”, alla vigilia della sfida di Champions League contro il Real Madrid.
“L’amore per la difesa? È normale che i bambini vogliano essere come Cristiano Ronaldo, Messi o Dybala, perché sono loro che provocano le più grandi emozioni con la loro fantasia, ma c’è anche il piacere di fermare un rivale, anticipandolo e vincendo un contrasto. Il problema è che se lo fai nove volte bene e uno sbagliato, provochi una tragedia. Sergio Ramos è il miglior difensore centrale del mondo e sa come giocare le partite che contano davvero. In Spagna c’è Piqué, che è stato molto fortunato a crescere con Puyol. Ora, con Umtiti, formano un coppia di alto livello. Penso che il lavoro del nuovo allenatore li aiuti. Valverde ha trovato un’unità di squadra difensiva che il Barcellona prima non aveva.
In Europa si andrà verso una Super Lega. Ci vorranno 10, 20 o 30 anni, ma arriverà. Con rispetto per le squadre più piccole, i tifosi della Juventus vogliono affrontare il Real Madrid, United, Barça, PSG … Immaginate una domenica con un Juve-Real, un City-Barça e un Atlético-Liverpool? Sarà necessario armonizzare i campionati locali, ovviamente, ma sarà lo spettacolo più grande del mondo, più del Super Bowl, perché non c’è fenomeno di massa come il calcio. Peccato solo che non ci potrò giocare.
Messi o Cristiano Ronaldo? Onestamente, vedendo i numeri di entrambi non si può davvero dire chi è meglio. Per me, entrambi sono fortunati ad essere l’uno di fronte all’altro, a competere in campionato, come diretti rivali. Guardiola? Pensa sempre, prova idee nuove. Fa una cosa e pensa già alla prossima. Che ti piaccia o no, fa parte di quelle persone che migliorano il calcio, come Sacchi. È una mente privilegiata. Ma penso che ai suoi tempi al Bayern e ora City abbia anche capito che ci sono cose che devono essere adattate. I cambiamenti e le evoluzioni sono buone, ma senza perdere identità. La Juve non giocherà mai come il Real Madrid, né l’Italia come la Spagna, ma ciò non significa che non si possa imparare e vincere.
Suarez? L’ho affrontato di nuovo sul campo ed è stato un piacere, perché è un grande attaccante. Vorrei cambiare la mia maglia con la sua. La sua sanzione (dopo il morso ai Mondiali del 2014 ndr.), con la pena di non poter entrare negli stadi, mi sembrava esagerata“.