Il difensore di Juve e Nazionale ha rilasciato un’intervista a “Il Corriere dello Sport – STADIO”. Questi alcuni passaggi.
“Un’onta il non raggiungere il Mondiale? Credo sia normale parlare di onta in caso di mancata qualificazione. Per fortuna sono 60 anni che l’Italia va al mondiale, e noi tutti vogliamo giocarcelo, sia chi ne ha fatti tanti, come Buffon, sia per chi deve fare il primo. Spareggio? Sapevamo, con la Spagna nel girone, che questo sarebbe stato il nostro percorso. La BBC in difesa? Sì, ritroviamo Leo, ed è sempre un piacere. Responsabilità? Non sento ancora la tensione. Prevedo una partita difficile, decisa dagli episodi, palle sporche, combattuta; siamo pronti, dipenderà da noi. Anni in più? Eh, si invecchia… ma si gioca e si difende “di squadra”. All’Europeo noi davamo il titolo ma c’era appunto una squadra a coprire, con gli attaccanti a farsi il mazzo, non era solo la BBC. L’equilibrio è fondamentale. Anche il più grande difensore da solo non basta.
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Dopo la sfida in Spagna forse si è perso un po’ di entusiasmo, che serve per spingere sull’acceleratore. A Madrid pensavamo di poter fare un passo avanti. Invece abbiamo perso ma quel che è successo dopo, a Reggio Emilia, con Israele, l’ho trovato ingiustificato. Io ero a casa infortunato. Passare dalla festa di Udine, a giugno, a quei fischi per me non è stata una cosa giusta. Ma adesso abbiamo ritrovato la spinta che serve.
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Ricambi generazionali in difesa? Non è vero che non ci sono nuovi centrali: Rugani, Caldara, Romagnoli sono tre ragazzi del ‘94 (il milanista del gennaio ‘95, ndi), devono crescere in esperienza internazionale, come ho fatto io; anzi, alla loro età anzi ne avevo anche meno. Ma faranno bene. La verità è un’altra: è che il guardiolismo ha rovinato una generazione di difensori. Ora tutti si allargano, impostano, ormai sui cross non c’è difensore italiano che “senta” più l’avversario; così si sta perdendo la storia. Noi non avremo mai il tiki taka della Spagna. Io fui criticato lo scorso anno quando spiegai che la Juve non avrebbe mai vinto 6-0 come il Real (e adesso vedo che anche loro stanno cambiando in questo senso). Per tornare ai vertici del calcio mondiale all’Italia serviranno i bomber, come quelli che avevamo venti anni fa, ma anche il ritorno di qualche difensore “vero” in più sarebbe gradito”.
Per leggere l’intera intervista vi rimandiamo all’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport – STADIO”.