Editoriale

Champions, lo strano destino del Napoli tra campo e orgoglio nazionale

Il Napoli ricomincia stasera l’ennesima avventura in Champions.
Ennesima, va ripetuto perché per il Napoli è diventata un’ anomalia non parteciparvi.

 

 

Questo è un dato molto significativo.
Chiedere alle milanesi informazioni al riguarda, con l’Inter che si riaffaccia oggi al calcio stellare dopo anni di assenza.
Se la capitale economica d’Italia festeggia con l’entusiasmo di una neofita l’agognato ritorno sotto i riflettori internazionali e a Napoli ci si è fatta l’abitudine, qualche domanda bisogna farsela.
Girone di ferro, difficoltà varie, non ultime quelle legate alla partita di stasera.
Nel Karma del Napoli c’è l’abitudine a giocarcela contro squadre che hanno motivazioni superiori a quelle calcistiche.
L’ultima volta fu a Kiev contro il Dnipro, “Morituri te salutant” era lo striscione che capeggiava all’ interno dello stadio della capitale ucraina.
Quella sera il Dnipro rappresentava una nazione martoriata dalla guerra e giocò una partita il cui valore andava oltre il mero risultato sportivo.
Stasera i serbi, popolo aspro e guerriero, torneranno in campo dopo quasi trent’anni ( 26 per la precisione) in mezzo c’è stata una guerra e tante vicissitudini.
La Stella Rossa giocherà per i tre punti ma anche per l’orgoglio di un paese che ha voglia di raccontare al mondo storie allegre.
Il Napoli si affida all’equilibrio e all’esperienza di Mister Ancelotti.
Probabile metta in campo una squadra coperta e fisica sopratutto pronti via, per reggere l’urto.
Poi nel corso della partita si proverà l’affondo.
Insomma come mettersi lo smoking e poi togliersi la giacca per non sporcarla se c’è da fare a botte.

Bel calcio a tutti.

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