Nel corso del FT Business of Football Summit c’è stata l’intervista ad Aleksandar Ceferin, presidente della UEFA, che è tornato sulla Superlega.
Di seguito le parole di Ceferin, riprese da Calcio&Finanza:
“Non è calcio, ma parliamone comunque. Sono stanco di questo progetto non calcistico. La prima volta lo hanno lanciato nel mezzo della pandemia, ora durante la guerra: vivono in un mondo parallelo. Mentre noi lavoriamo per salvare giocatori in questa situazione, loro vogliono rilanciare questo progetto.
Possono pagare chiunque per dire che è un bel progetto, ma resta una idea senza senso. Tra l’altro, uno dei dirigenti che ora è tornato a spingere per questo progetto mi ha chiamato per scusarsi, però ora comunque tira dritto.
Per loro i tifosi sono consumatori, per noi i tifosi sono tifosi. La cosa interessante, inoltre, è che criticano Uefa ed Eca, ma uno di loro era presidente dell’Eca e una settimana prima del lancio della Superlega lodava il sistema presente. Possono giocare le loro competizioni, nessuno glielo vieta. Ma se vorranno giocare le loro competizioni, non potranno giocare le nostre.
La nuova Champions è in stile Superlega? No, è qualcosa di completamente diverso. Ci sono cose ancora da chiarire, per questo la decisione finale non c’è ancora. Chiunque compari le due cose non è serio. Oggi abbiamo 32 squadre in Champions, ne avremo 36 ma dobbiamo ancora capire come aggiungere quattro posti.
Ci saranno più posti per medie e piccole leghe. E non confronterei la situazione Superlega con quella con la Fifa, con la Fifa discutiamo ogni giorni. Il mondiale biennale è un progetto che nessuno vuole. Ne abbiamo discusso con Infantino e stiamo discutendo per altre opzioni, ma sono sicuro che troveremo soluzione.”
Ceferin sulla guerra in Ucraina
Il presidente della UEFA, inoltre, si è soffermato sulla guerra in Ucraina nella sua intervista. Queste le sue parole:
“Negli ultimi due anni calcio e Uefa hanno affrontato situazioni impossibili da credere. Partendo dalla pandemia, con lo spostamento degli Europei e una grande perdita finanziaria per l’Uefa, ma se non lo avessimo spostato ci sarebbe stata una enorme perdita in tutta Europa da oltre 2 miliardi. Durante la pandemia, ci sono state situazioni critiche ogni giorno, tra le positività nelle squadre e i tifosi che non potevano entrare negli stadi.
Ad aprile 2021 poi la Superlega, poi concluse le discussioni su quel progetto non così smart, abbiamo dovuto fare i conti con gli Europei in 11 paesi durante pandemia. Poi il tema del Mondiale biennale e ora la guerra in Ucraina, la più terribile situazione che possa succedere, non riguarda calcio ma calcio è coinvolto. Non posso immaginare cos’altro possa succedere.
Nessuno si aspettava sarebbe potuta arrivare guerra in Europa nei giorni nostri. Stiamo facendo cose che non comunichiamo. Sono stato al telefono per 48 ore con giocatori e allenatori per aiutarli ad uscire dall’Ucraina. Ho parlato con tutti i governi ma nessuno poteva garantire sicurezza.
Insieme alla federcalcio ucraina e alle federcalcio vicine dovevamo farlo. È difficile spiegare quanto siano state dure queste conversazioni. È più grande del calcio e sono orgoglioso di quanto la famiglia del calcio stia facendo, alcune cose che facciamo non sono pubbliche ma continuiamo a farle. Difficile dire cosa succederà domani, ma questa follia deve finire al più presto.
Quando la Russia potrà rientrare nel calcio europeo? In questo momento è impossibile da dire. La nostra decisione era l’unica giusta, è arrivata all’unanimità da parte del Comitato Esecutivo, ma è impossibile da dire cosa succederà domani. Per ora, aspettiamo che arrivi la pace.”