Nell’edizione odierna del Cds ( Corriere dello Sport) viene analizzata dettagliatamente la sfida di ieri tra Napoli ed Hellas.
“C’è la luce in fondo al tunnel: ed è un bagliore accecante, che scalda. Sei mesi rinchiuso in una crisi esistenziale a chiedersi dove fosse finita la sua forza (anche interiore). Quella potenza (atletica) che abbinata al fiuto del gol l’aveva eletto erede di Lewandowski.
Però guardandosi dentro, rivedendo la sua esistenza, subendola, Milik ha sempre saputo che prima o poi sarebbe passata pure la sua nottata, non solo quelle (recentemente) turbolente del Napoli.
Ci sono voluti centottantotto giorni, trascorsi nella cupa malinconia, per ritrovarsi, per riscoprirsi. Per lasciare che i veleni delle ultime settimane intorno a una squadra divenuta “normale” sparissero d’incanto, con due girate possenti indispensabili per togliersi il Verona dalle spalle.
E’ stata dura, e persino durissima, pure in quest’ora e mezza densa di pathos: ma che gusto c’è senza sofferenza? E Milik, che ci ha lasciato due legamenti, ha perso anni e visto treni sfilare via veloci, può gustarsi la propria rinascita e quella d’un Napoli che di cuore ne ha avuto e di testa”.