Sulle pagine del Corriere dello Sport è possibile leggere un’intervista di Massimo Mauro che critica fortemente il Var ed il suo utilizzo.
Di seguito le parti salienti dell’intervista fatta a Massimo Mauro.
“Il var non è una ca**ta, usato nelle situazioni in cui si può tirare una riga e stabilire se è gol o no oppure che ci sia fuorigioco o meno. Ma la partita deve gestirla l’arbitro, quello che accade in campo deve essere giudicato dall’arbitro che è lì e vive le stesse emozioni dei giocatori.
Non può giudicare chi è in sala davanti ad un monitor, in un ambiente completamente diverso. Il tema è il ruolo dell’arbitro nel gioco del calcio, con il Var lo hanno distrutto. Il Var, per quel che riguarda le situazioni di campo, non può essere oggettivo. Se devo scegliere tra la soggettività di chi è in campo e chi dietro una scrivania, scelgo quella di chi è in campo.
Quello che è importante è far capire che è l’arbitro l’unica figura deputata a comprendere la complessità delle situazioni in campo. Con la moviola non replicherai mai quello che accade in area di rigore. Nessuna immagine potrà mai restituire l’intenzionalità e l’intensità di un contatto. Non sono solo io, anche i calciatori in privato dicono che il Var non va bene; non ne possono più della dittatura della moviola.
Assurdo il silenzio dell’associazione calciatori che sta accettando passivamente questo stravolgimento. L’arbitro finirà per diventare una figura che accompagnerà le situazioni risolte direttamente dalla moviola, un esecutore. Arbitrerà la macchina, questa è la direzione. L’interpretazione dell’arbitro andrebbe tutelata, anche il suo errore va accettato. Anche il Var a chiamata è sbagliato. Se spezzetti il calcio, lo snaturi.”