L’amico-manager di Diego Armando Maradona, Stefano Ceci, ha rilasciato un’intervista al Corriere dello Sport che è in edicola oggi.
Ceci è molto abbattuto per la fine di Diego e lo dimostra con le sue parole. Nel farlo, parla anche di una possibile guerra per l’eredità; di seguito le parti salienti dell’intervista:
“Mi ha mandato un video, recentemente: sembrava una candela che stava per spegnersi, ammazzato da un’ esistenza attraversata a trecento all’ora. I suoi sessant’anni sono stati in realtà centoventi, ha fatto tutto in libertà; poi è crollato di schianto, quasi fosse stanco di guardare ciò che succedeva intorno a sé. L’hanno disintegrato anche psicologicamente con le baruffe che le sue tante vite hanno determinato e che ora annunciano la sfida sull’eredità.
Si è visto e sentito alla Casa Rosada, in queste beghe tra chi doveva stare al fianco del feretro e chi invece ne è stato tenuto lontano. Ora verranno fuori le varie confessioni segrete, che ognuno affiderà al proprio cronista amico. Triste ciò che sta succedendo ma lui aveva previsto: è morto in pace, nel proprio letto, ma adesso si scatenerà la guerra. Intorno all’ombra di Diego compariranno tutti quelli che lo hanno lasciato morire da solo.
In tanti hanno semplicemente attinto da Maradona, ignorando Diego. C’è ancora qualcuno a cui viene accreditato, mensilmente, lo stipendio, riconoscimento di non so bene cosa. E’ stato un benefattore e c’è invece chi, ignorandone la sua natura e la sua generosità, si accanisce sulle sue fragilità. Stessero zitti e portino rispetto.
Diego viveva nel caos? E nessuno vuole negarlo. E questo ha contribuito ad accelerarne il declino, a caricarlo di ulteriore stress, di quella pressione che in un fisico già appesantito e violato da debolezze, è stata poi decisamente fatale. Chiaro che adesso si scanneranno per dividersi un tesoro tra mogli, figli, nipoti.“