Sul Corriere dello Sport è possibile l’intervista a Angelo Bolaffi, filosofo e germanista, che spiega il diverso approccio della Germania all’epidemia da Coronavirus.
Di seguito le parti salienti dell’intervista:
“In Germania si gioca perché si sono presi delle responsabilità su eventuali rischi, mentre qui no. La risposta alla pandemia, che è stata simmetrica, è stata asimmetrica: ogni paese ha reagito diversamente. La differenza è che la Germania ha provato a risolvere il problema non comprimendo la libertà dei cittadini, mentre in Italia lo si è fatto.
La cosa che più mi ha dato fastidio, però, è stato sentire i presidenti parlare di scudetti e retrocessioni. L’ho trovato indecoroso. In Germania i 4 grandi club hanno istituito un fondo per salvare i club a rischio fallimento, lei pensa che qui in Italia si possa fare una cosa del genere? Ecco la differenza dei due movimenti.
Quando la pandemia è cominciata, la Germania aveva 28.000 posti in terapia intensiva mentre l’Italia solo 5.000. I tagli alla sanità pubblica qui in Italia sono stati drammatici, la partita la Germania la sta vincendo proprio per questa disparità. Se la Bundesliga si concludesse, la Germania potrebbe diventare la locomotiva del calcio; in caso di non successo, crollerebbe il circo.
I manager del calcio tedesco sanno come si lavora e si muovono in tempi rapidi, mentre qui si rinviano ancora le decisioni. La spinta a ripartire in Italia si sente, ma non so se basterà.”
Per l’intervista completa a Angelo Bolaffi, si rimanda all’edizione in edicola del Corriere dello Sport.