Rassegna Stampa

Caso Suarez: il Procuratore di Perugia Cantone risponde al quotidiano ‘Il Foglio’

In una lettere che è possibile leggere sul quotidiano Il Foglio oggi in edicola il procuratore di Perugia Raffaele Cantone parla del caso Suarez rispondendo a un articolo pubblicato dal quotidiano nei giorni scorsi. 

Questi alcuni passaggi della lettera di Cantone.

“Nell’articolo apparso domenica sul suo giornale, dal titolo “La gogna dell’anno”, si giunge a una sentenza di condanna “senza appello” e senza contraddittorio, sulla scorta di un esame sommario e “impreciso”, di un’indagine condotta dalla Procura che ho l’onore di dirigere, quella cioè sull’esame di lingua del calciatore sudamericano
Suárez. 

Secondo il prof Antonucci, in particolare, l’indagine in questione avrebbe “manifestato in un colpo solo tutte le distorsioni del circo mediatico-giudiziario, con risvolti persino più paradossali del solito” ciò in quanto essa
sarebbe stata caratterizzata da “fuoriuscite di notizie coperte da segreto, interviste a raffica di ufficiali della polizia giudiziaria, pubblicazione di intercettazioni, sputtanamento delle persone coinvolte (anche se non indagate)”. Quattro “accuse” in apparenza gravissime, tali da rappresentare un colpo da ko alla credibilità dell’indagine e della procura. Sono assolutamente tranquillo. 

A proposito dell’audizione di Suárez, poi, essa è divenuta di dominio pubblico perché svoltasi in videoconferenza e in un’aula di udienza, in presenza anche del suo difensore; sui contenuti di essa, però, le informazioni emerse sono il frutto di deduzioni, nemmeno corrette, di giornalisti, mai confermate da nessuno. 

Questa indagine meritava di essere fatta o no? La mia risposta è senza tentennamenti: sì; così come credo fermamente che bisogna rispettare i diritti degli imputati, bisogna ugualmente sottostare al dovere costituzionale
dell’obbligatorietà dell’azione penale; è emersa una notizia di reato e doverosamente abbiamo avviato l’indagine.

Non ci siamo inventati nulla e non abbiamo messo in campo alcuna gogna mediatica ma abbiamo soltanto provato a perseguire reati previsti dal codice penale”.

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