Rassegna Stampa

Caso Suarez, cosa rischia la Juventus

dirigenza juventus

Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera oggi in edicola anche la Juventus ha rivestito un ruolo nella vicenda dell’esame di italiano di Suarez per ottenere la cittadinanza italiana. 

Ricordiamo che a Suarez serviva il passaporto comunitario (quindi italiano) per poter essere acquistato dalla Juventus avendo già il club bianconero occupato tutti gli slot riservati in rosa ai calciatori extracomunitari.

Secondo il quotidiano milanese ci sarebbe stato un accordo con l’Università di Perugia per far sostenere l’esame a tutti i giocatori stranieri che avevano bisogno della certificazione per ottenere la cittadinanza italiana.

Questa la promessa fatta dal legale della Juventus ai responsabili dell’ateneo. Ci sono almeno tre telefonate tra
l’avvocatessa Maria Turco e il direttore generale dell’università Simone Olivieri che svelano la trattativa per far
superare il test di italiano al calciatore del Barcellona.

Su questo si concentrano gli accertamenti della Guardia di Finanza che indaga sul reato di corruzione, ma anche i controlli della giustizia sportiva per eventuali illeciti disciplinari.

Già nelle prossime ore i magistrati di Perugia segnaleranno la vicenda alla Procura federale che dovrà valutare se aprire un fascicolo per la contestazione di eventuali illeciti sportivi. E per verificare il grado di responsabilità delle
persone coinvolte. In particolare si dovrà esaminare il comportamento dell’avvocatessa Turco e della Juventus
che l’aveva incaricata di gestire la trattativa, per scoprire se la società fosse a conoscenza degli accordi stipulati – sia pur verbalmente-con l’ateneo.

Cosa rischia la Juventus? Nel caso in cui nel processo sportivo venga accertata la responsabilità di falsa attestazione o concorso in falsa attestazione di cittadinanza la società rischia sanzioni a seconda delle gravità dei fatti:

  • ammenda con diffida;
  • squalifica del campo;
  • esclusione dal campionato di competenza a seconda;
  • pene per i tesserati non inferiori ai due anni di inibizione.

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