Caso Acerbi: Quando non si danno buoni esempi è prevedibile aspettarsi cattivi consigli.
Il Calcio italiano è pieno di cattivi esempi che umiliano i buoni propositi.
Nelle difficoltà si è sempre cercato una soluzione tampone che lasciasse la botte piena e alla moglie la possibilità di ubriacarsi.
Come si fa? Con escamotage e acrobazie giuridiche, alla faccia della credibilità e della certezza della pena.
Sentenze che dovevano essere esemplari si sono applicate per qualcuno si e per altri no.
Facile convincersi che ci sia una soluzione, quasi, a tutto e che la realtà sia fatta di una materia malleabile che possa assumere forme diverse a seconda di chi la osservi.
I calciatori italiani si esibiscono su palcoscenici nei quali gli ululati razzisti e le offese volgari superano i cori di sostegno e vedono che non succede mai niente .
Forse penseranno sia normale, di sicuro non si scompongono più di tanto.
Poi gli cuciono una patch sulla manica della maglietta e questo dovrebbe trasformare il mondo sporco e cattivo in un paradiso.
La macchia nera del razzismo non si cancella hai voglia di strofinare.
Fa strano resti nella testa di chi viva quotidianamente in ambienti multietnici e prestigiosi ma le voci e i pensieri non sono sempre forbiti, anche se vivi sotto i riflettori.
È grottesco inciampare nell’insulto razzista in quella giornata ma è più grave aggrapparsi al negazionismo ascoltando cattivi consigli.
Li hanno convinti che a tutto ci sia una soluzione indolore e la tentazione di provarci può diventare irresistibile.
Nella vita se sei fortunato puoi scegliere se sei saggio scegli la strada migliore non la più facile.