Il nuovo presidente della Lega di Serie A Lorenzo Casini, ha rilasciato una lunga intervista che è possibile leggere in versione integrale sul Corriere dello Sport e della quale vi proponiamo un breve estratto.
“De Laurentiis il primo che ha pensato a me? Sono stati in più a chiedermi l disponibilità. Ma l’ho detto non sono il riferimento di un club o di una maggioranza ma di tutta la Serie A.
Ci aspettano riforme normative importanti, un riassetto organizzativo e la ripresa dei rapporti istituzionali costruttivi. Mi renderò utile alla FIGC nel comitato di presidenza.
Indice di liquidità? Siamo in una fase post-emergenza e si è giocato con gli stadi solo parzialmente aperti. Serve gradualità, fermo restando l’obiettivo di puntare alla sostenibilità finanziaria, ma la liquidità non può essere un elemento esclusivo per società che rischiano di essere penalizzate di fronte a una temporanea difficoltà di cassa. Ci attende un mese di lavoro intenso con tutte le federazioni per trovare un punto di equilibrio ragionevole per tutti.
IL sistema va migliorato e le prime a volerlo sono le società. L’indebitamento parte da lontano. Quanto alle plusvalenze non è un fenomeno solo italiano. Realizzare profitti da una compravendita resta un sano obiettivo d’impresa.
Il costo del lavoro è ormai una componente troppo onerosa rispetto ai ricavi. Dovrebbe scendere per essere sostenibile. C’è da valutare una riforma delle tipologie contrattuali.
La Serie A non dovrebbe chiedere ristori a fondo perduto. Occorre partire da riforme normative per aumentare i ricavi.
Stadi? M i colpiscono due cose: hanno un’età media di sessant’anni e nove su dieci non sono dotati di impianti efficienti sotto il profilo energetico. Lo stadio è una risorsa e non solo in senso sportivo è anche un’infrastruttura di potenziamento tecnologico ed un luogo di aggregazione.
Superlega? E’ stato vissuta come un tema divisivo quando merita comunque un coinvolgimento di tutte le società. Una riforma di questo tipo non può essere disegnata senza valutare con attenzione tutte le ricadute sull’intero sistema.
Play-off? Hanno pro e contro. Il rischio è che perda di interesse la regular season.
VAR? Non si è trovato ancora il connubio positivo tra tecnologia e fattore umano perché siamo ancora in una fase di sperimentazione.
Insigne in Canada? Non conosco le ragioni personali, ma quando un giocatore fa una scelta di questo tipo immagino non lo faccia solo per l’ingaggio.
Italiane fuori dall’Europa? Bisogna alzare l’asticella della qualità con un investimento che parta dal settore giovanile e scolastico rafforzando il collegamento tra vivai e territorio.
Tifoso della Juve? Lo ero fino al 11 marzo 2022, ora tifo per la Serie A”.