Il pareggio con il Palermo riporta tutti con i piedi per terra.
Napoli è tornata indietro nel tempo. Una volta bastava battere la Juventus per salvare il campionato. Oggi si punta tutto sulla possibilità (speranza, sogno, illusione, chiamatela come volete) di vincere con il Real Madrid sia al Santiago Bernabeu che al San Paolo.
Si vola con la fantasia e intanto però si snobba il Palermo. In tanti (troppi) hanno pensato di fare una passeggiata con l’ultima in classifica. Lo avranno forse pensato i calciatori scesi in campo con troppa superficialità e senza quell’indole cannibale che avrebbe dovuto portare la squadra al secondo posto già dopo venti minuti dal fischio d’inizio. Lo avranno pensato i tifosi che in nome della “Cara maglia” hanno deciso di inscenare una silenziosa protesta, magari anche legittima quanto inopportuna, proprio nella domenica che richiedeva il massimo sostegno per aiutare la squadra a dare una svolta decisiva alla stagione in una partita che, per il futuro di questo club e dello stesso pubblico, era più importante della sfida con il Real Madrid.
La piazza napoletana nel proprio DNA calcistico purtroppo ha una strozzatura nel gene della vittoria. Una strozzatura che impedisce puntualmente a questa squadra di vincere la partita che rappresenta il salto di qualità.
La storia del Napoli ricorda che anche in passato è stato così. Basta riportare gli esempi della sconfitta nella sfida scudetto di Torino con la Juventus (1-2, quella del gol vittoria bianconero di core ‘ngrato Altafini) del 6 aprile 1975 e quella in casa con il Milan (2-3) che nella stagione 1987-88 costò al Napoli di Maradona la vittoria del secondo scudetto consecutivo.
Così come è successo la scorsa stagione a Bologna, allo Juventus Stadium, in casa con il Milan, a Udine e anche a Roma contro Totti. Così come quest’anno è successo al San Paolo con il Besiktas in Champions League e in campionato a Pescara e in casa con Sassuolo, Lazio e Palermo.
Persi 8 punti contro squadre decisamente inferiori al Napoli e addirittura sei persi in casa, regalando in pratica lo scudetto alla Juventus.
Basta fare un semplice calcolo. Il Napoli ha 45 punti e se non avesse gettato al vento quegli 8 punti oggi ne avrebbe 53. La Juventus che ne ha 51, pur vincendo il recupero con il Crotone andrebbe a 54 punti, solo uno in più del Napoli con lo scontro diretto da giocare questa volta al San Paolo. Invece la realtà dice che il Napoli è nove punti sotto i bianconeri pur avendo perso una partita in meno.
Ma non c’è nulla da recriminare. Bisognerebbe solo cambiare il DNA e per farlo il fatturato non c’entra.
Forza Napoli, non mollare !