L’ex allenatore e calciatore della Juventus Fabio Capello ha rilasciato un’intervista che è possibile leggere in versione integrale sulla “Gazzetta dello Sport” oggi in edicola e della quale vi proponiamo un estratto:
“Quando passai alla Juve ebbi qualche problema, ma non tanto perché avevo allenato il Milan e la Roma, quanto perché avevo detto che non sarei mai andato alla Juve. Ci furono delle contestazioni, striscioni contro di me, ma sempre dai gruppetti degli ultrà. I soliti. Sono uno dei mali del calcio italiano.
Quando cominciammo a vincere, le cose andarono a posto, anche perché io rispetto a Sarri avevo una corsia privilegiata: ero stato in bianconero da calciatore e quindi conoscevo la loro mentalità: se vinci hai fatto solo il tuo.
Non deve pensare ai tifosi né fare nulla per ingraziarseli. Basterà fare bene. Adesso, dopo il filotto degli scudetti, con lui vogliono fare qualcosa di più. Spendendo tanto per vincere la Champions, hanno alzato l’asticella.
Sarri con la tuta e di sinistra? Sono stupidaggini. Magari la tuta è una scaramanzia e la politica è fuori dal calcio.
Forse un pensierino su Guardiola ce l’avevano fatto, ma era Sarri l’obiettivo. L’importante però è ricordare che i contratti lunghi sono solo una tutela economica per l’allenatore, perché alla Juve non ti danno anni per vincere.
Rosa della Juve adatta a Sarri? I bravi allenatori sanno mettere al posto giusto i giocatori che hanno a disposizione. Maurizio è andato a Londra da insegnante delle superiori e torna in Italia da professore universitario. Il suo Chelsea non giocava il 4-4-3 del Napoli, si è saputo adattare a situazioni nuove. Hazard, ad
esempio, faceva cose diverse”.