Mister Capello è ormai un ospite fisso della kermesse Football Leader.
Oggi ha vissuto un’esperienza molto particolare all’interno della Casa Circondariale di Poggioreale.
Queste le sue dichiarazioni:
“È un onore per essere qui perché vi sento vicini.
Nella mia infanzia l’unica cosa che potevo fare era giocare a calcio.
La svolta fu la Spal ma le cose non andavano perché dovevo studiare ed era difficile.
Mio padre mi disse “Provaci” e questa frase mi ha sempre accompagnato.
A 18 anni mi sono rotto il menisco mi dissero che la mia carriera era finita, non ho mollato.
A 21 anni mi sono rotto il secondo menisco, non ho mollato.
Lo sport aiuta e unisce bisognerebbe dedicare un giorno alla settimana al calcio nelle scuole.
Le scuole calcio sono un business.
Fare l’allenatore è diverso a seconda di dove alleni.
Bisogna entrare nella mentalità del posto dove sei.
Alla base del mio credo c’è il rispetto.
Ho scelto di non dare la mano ai calciatori quando escono per evitare scenate di mani date o tirate.
Al Milan c’è un verbo, alla Juventus un altro, alla Roma, tanti verbi…
Fondamentali sono i leader che trasmettono messaggi positivi.
Perché il Milan è finito? Perché sono finiti i leader. I cicli finiscono così.
Il calciatore più difficile da allenare è stato anche il più bravo’Ronaldo il Fenomeno’.
Eravamo a Madrid lui veniva da un infortunio ed era 15 kg in sovrappeso non riuscì a dimagrire e fu un grande peccato.
La squadra a cui sono più affezionato è il Milan.