Fabio Capello, ex giocatore ed allenatore ed ora commentatore per la Champions di Sky Sport, ha parlato in un’intervista a La Repubblica.
“La cosa più bella del mondo? Il calcio che ricomincia. La seconda? Commentare la Champions su Sky. Questi tre mesi ho avuto paura, sono sincero. Sono rimasto a Lugano, dove gli over 65 potevano uscire per le compere ma entro le 10 di mattina. Quindi la spesa, e poi prigionieri tra le pareti.
Gusto che il calcio riparta. E’ un’industria dello spettacolo che sfama tanta gente, non è mica uno svago per chi non ha nulla da fare. Ed è sbagliato pensare solo ai milionari, che in percentuale sono pochi. Qui si rinasce solo lavorando.
Vedremo uno spettacolo appassionante e vero. Ma i giocatori dovranno essere bravi ad emozionarsi e caricarsi in un contesto da allenamento, però un allenamento che ora vale 3 punti. Vincerà chi avrà fatto la preparazione più intelligente. Ci attende una volata, uno scudetto all’ultimo chilometro dove contano benzina, coraggio, intuito e colpo di reni.
I mesi sul divano peseranno. Perché hai voglia a dire che si sono allenati, ma sempre divano resta. La Juve è favorita perché ha più qualità. Però la Lazio è solida e sa di essere forte. A me piace tanto l’Atalanta, testa e gambe giuste.
Ah, il possesso palla: una pippa spaziale! Ha stravolto il calcio. Se lo fai a 35 metri dalla porta può andare, ma a 70 è stucchevole.
Le motivazioni vengono da sole, i ragazzi sono tutti appassionati e non vedono l’ora di ricominciare. Il problema, semmai, saranno gli infortuni e le condizioni dei reduci del coronavirus. Non sappiamo con esattezza quali conseguenze lasci il Covid 19: dove e come li ha colpiti esattamente? Quali segn irimarranno.
La Coppa Italia l’ha riformata il Covid. Farà ascolti enormi. Riforma del calcio italiano? Adesso non abbiamo una Lega, ma venti: una per club. Forse qualcosa dagli altri si potrebbe copiare. Dagli inglesi, dai tedeschi. La Germania ha detto ripartiamo e l’ha fatto. Da noi non sono bastate riunioni su riunioni“.
L’intervista completa sulle pagine di La Repubblica.