Editoriale

Caos Napoli: tifosi tramortiti e inermi sballottati nella tempesta tra il Bounty e il Titanic

Caos Napoli – Quando sbatti contro un Iceberg ti fai molto male perché la piccola massa di ghiaccio apparentemente innocua che galleggia mollemente sulle acque gelide dell’oceano, nasconde una montagna sommersa.

 

La rivolta dei calciatori del Napoli è sbattuta in faccia a tutti fredda, violenta e dolorosa per l’iceberg che sta sotto la punta. Però bisogna attenersi ai fatti e i fatti sono che la squadra si è ammutinata contro la decisione della società.

Nel mondo reale atteggiamenti del genere sono intollerabili. Come lo spieghi ai tifosi che una squadra va contro le decisioni di una società che è di fatto anche il suo datore di lavoro? Nella vita di tutte le persone normali queste decisioni portano a conseguenze gravissime.

Però hanno fatto diventare il calcio un fenomeno estraneo alla realtà e quindi succede anche questo. L’importante è che nessuno lo faccia passare per normale o inevitabile.

Ognuno avrà le proprie ragioni, sicuramente tutti hanno responsabilità e i protagonisti dovranno trovare soluzioni. Soprattutto dare spiegazioni ai tifosi che sono rimasti inermi, tramortiti e mortificati dallo scontro con l’iceberg mentre vedevano i propri beniamini scappare sul Bounty.

Magari quelli stessi tifosi che dal ponte del Titanic vedevano avvicinarsi pericolosamente l’iceberg ma mica potevano far cambiare loro rotta alla nave. Nel frattempo hanno continuato a sentire la musica suonare e i calciatori parlare di amore e rispetto per maglia mentre assistevano a prestazioni discontinue, errori clamorosi, litigi e rappacificazioni e, perché no torti arbitrali.

Oggi tra la gente c’è sconcerto e paura che tutto possa andare in frantumi. Gli equilibri sono precari e delicati ma continuare a trattare la materia calcio come un’entità aliena non porta da nessuna parte. Il calcio si gioca sulla terra e le regole del vivere civile devo valere anche li. Così come sarebbe doveroso chiedere scusa ai tifosi, scuse sincere dette con le facce contrite e mortificate di chi si è portato il pallone a casa e interrotto la partita.

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