Il presidente dell’autorità nazionale anticorruzione ha parlato dell’intreccio che avvolge “tifo” e camorra. In una lunga intervista rilasciata al Corriere del Mezzogiorno, il magistrato ha chiarito alcuni aspetti della vicenda che è accaduta domenica scorsa in Curva A al San Paolo durante l’intervallo di Napoli – Sampdoria:
“L’organizzazione di quei settori, non i tifosi, è di fatto in mano alla camorra, che all’interno dello stadio pesca la sua manovalanza.
Credo che sia indispensabile vietare l’accesso allo stadio ai condannati per camorra, anche in primo grado, estendendo il Daspo ai reati di criminalità organizzata. Non in maniera automatica e generalizzata, beninteso.
Nella valutazione del soggetto, deve essere un elemento da aggiungere ai reati da stadio.
Se fosse vero che le tensioni camorristiche si sono spostate sugli spalti significherebbe che il livello di pericolosità si è alzato a dismisura.
Una rissa tra delinquenti all’interno dello stadio per motivi di camorra può trasformarsi in una carneficina. E rischiano di essere coinvolti anche quelli che non c’entrano.
I violenti dello stadio possono essere la manovalanza del futuro per la camorra.
Gli affiliati ideali per le cosche di ragazzini sono quelli abituati a usare le mani e tirare cocaina”.