L’ex bandiera del Napoli Paolo Cannavaro, oggi al Sassuolo, ha rilasciato una lunga intervista pubblicata su “La Gazzetta dello Sport” oggi in edicola.
Questi i punti che riguardano il Napoli, partendo dalle difficoltà di essere il fratello del Pallone d’Oro e campione del mondo Fabio:
“Fabio è stato uno stimolo da bambino, un macigno e poi la più grande vittoria della mia carriera. Perché quell’etichetta me la sono tolta. Lui era uno dei difensori più forti di tutti i tempi. Io, a Napoli, il fratello di… Quando mi sono affermato a casa, tornando in A, vincendo la Coppa Italia contro la Juve, la più bella soddisfazione, l’etichetta è sparita.
Napoli è casa mia, ci andrò a vivere, a Posillipo. Tutto mi riporta a Napoli. Sono tifoso e i miei figli di più, soprattutto Manuel, 15 anni, che come Adrian, 13 anni, gioca nel Sassuolo.
Mazzarri difende a tre, Di Francesco a quattro. Io oggi dico che mi trovo meglio a quattro. E di esperienza ne ho fatta, sono nato “curando il 9”, con l’obbligo di non fargli toccare palla. Loro sono simili nel preparare la partita al video, nel curare i difetti dell’avversario, nella meticolosità. Benitez è l’unico allenatore che non sono riuscito a convincere. Mi ha dato poche possibilità.
Berardi e Pellegrini? Berardi è l futuro del calcio italiano, mi ricorda Cavani, Pellegrini ricorda il primo Hamsik, grande mezzala. Ma cito anche Acerbi, il più forte difensore dopo i tre della Juventus, non sbaglia una partita da due anni”.