A “1 Football Club”, programma radiofonico condotto da Luca Cerchione e Mattia Fele in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Franco Camozzi, agente Fifa e dirigente dello Spartak Mosca.
“Il Napoli è fortunato perché ha un grande direttore sportivo, Cristiano Giuntoli, mio grande amico e grandissimo professionista. I cortocircuiti nelle notizie nascono quando c’è la volontà da entrambe le parti di chiudere una trattativa, ma magari nasce qualcosa che fa andare la questione in stallo. Nel calciomercato sono poche le situazione che filano lisce. Ad ogni modo, credo che gli azzurri riusciranno a portare a casa tutti gli obiettivi, mettendo a disposizione di Spalletti una rosa competitiva”.
Sui calciatori in scadenza, come Koulibaly e Mertens, che idea ti sei fatto?
“Le trattative si fanno sempre in due, e la volontà del calciatore è quella più importante. Ad esempio, per me, un calciatore come Mertens dovrebbe restare al Napoli, e dovrebbe essere lui stesso ad andare incontro alla società. Non è detto che cedere qualcosa sulla parte fissa dell’ingaggio voglia dire guadagnare di meno, perché poi ci sono i bonus, e attraverso questi si evita di dare stipendi sballati. Insomma, un accordo si può trovare con un po di ‘sacrificio’ da entrambe le parti. E chiedo scusa per aver usato la parola ‘sacrificio’ in un momento così difficile. Se il belga dovesse andare via, credo che sarebbe lui a perderci di più”.
Anche Fabian Ruiz è in scadenza, e potrebbe essere messo ai margini della rosa: se così fosse, condivideresti la scelta societaria?
“Difficile giudicare da fuori, non conosciamo i motivi della società. Ciò che posso dire è che Fabian è un gran talento, con un mancino importante ed un ottimo fisico. Per me è uno dei migliori in Europa nel suo ruolo, um giocatore fortissimo. Poi, se la società lo metterà ai margini, la società avrà avuto le sue ragioni”.
Lavori con lo Spartak Mosca: quali sono le prospettive del calcio in Russia?
“Sono stato ospite del Napoli dopo la sconfitta degli azzurri in Europa League contro di noi. Sono stato con Giuntoli ed alcuni calciatori. Questa situazione è particolare soprattutto per quelli come me che fanno parte della società ma sono un più ai margini rispetto ai calciatori. La situazione politica è quella che è, ma sono fermamente convinto che lo sport debba unire e non dividere. Punire gli sportivi per decisioni politiche, che nulla hanno a che vedere con gli sportivi, lo trovo ingiusto. Noi che facciamo parte del movimento sportivo non possiamo essere messi in disparte per delle scelte che non sono nostre. Lo sport deve portare un messaggio: c’è bisogno di confronto e dialogo. Ovvio che poi, politicamente, la situazione è gravissima e delle decisioni vanno prese. Domani scadrà il mio contratto con lo Spartak e non credo di rinnovarlo: dopo sei anni è giusto che le nostre strade si separino. Contento per la vittoria dei miei contro il Napoli? Certo, ma anche triste per il mio amico Giuntoli e per aver fatto bene contro una squadra italiana. Dove andrò? Per adesso mi concentrerò su di me: dopo sei anni di consulenza, con i colpi che ho fatto, è ora di aprire un nuovo capitolo, sperando di poter collaborare con altri club in Europa, forse in Francia. Ho un grande orgoglio per quanto fatto in Russia e mi sentirò sempre legato a loro”.
Un giudizio su Kvaratskhelia?
“Ricorda molto Lozano. Se trova continuità a livello fisico, può diventare una grande sorpresa positiva. Può garantire imprevedibilità, e so che Spalletti ed i suoi lo metteranno nelle migliori condizioni per rendere al massimo. Non bisogna aspettarci un exploit immediato, ci vorrà un po’ di tempo perché la Serie A non è semplice come il campionato russo, ma il ragazzo ha grandi numeri ed il Napoli ha fatto un grande acquisto anche per il futuro. Ripeto: il suo unico difetto, se così vogliamo dire, è la tenuta fisica: se migliorerà sotto questo aspetto, si rivelerà un grande calciatore”.