Il calciatore spagnolo del Napoli ha rilasciato un’intervista ad “AS”. Queste le sue dichiarazioni:
Real Madrid-Napoli. Era la partita che volevi? “Sinceramente sì, sognavo di tornare a giocare al Bernabeu. Certo, non mi aspettavo accadesse ora: agli ottavi è presto per beccare il Madrid, ma il sorteggio così ha voluto”.
Come hanno reagito al sorteggio i tuoi compagni e Sarri? “Bene, è una sfida per tutti. Ma fino a sabato non possiamo parlarne nello spogliatoio, altrimenti il mister s’arrabbia… (ride, ndr)”.
Cosa temi di questo Real? “Tutto. È la migliore squadra del mondo, bisogna stare attenti, praticamente, a tutto”.
Hai parlato con qualcuno dei tuoi ex compagni? “Ho contatti con Sergio Ramos e Morata, e ho fatto i complimenti a Cristiano per il Pallone d’Oro”.
Che compagno di squadra è Cristiano? “Una persona assolutamente normale, semplice. Un gran lavoratore: arriva per primo e va via per ultimo. Quando mi allenavo con lui, cercavo sempre di rubargli qualche segreto. Non capita tutti i giorni di lavorare col migliore al mondo”.
Il tuo allenatore in blanco fu Mourinho. Hai parlato con lui della sfida al Napoli? “Ho un gran rapporto con lui, ma della gara non abbiamo parlato”.
Come giudichi il Zidane allenatore? “Sta facendo benissimo, ma non mi ha sorpreso. È stato un calciatore spettacolare e come tecnico sapevo che lo sarebbe stato altrettanto”.
Lucas Vazquez sta facendo benissimo in un ruolo che poteva essere tuo… “Sono felicissimo per lui, la cantera del Real serve a questo: dare grandissimi talenti alla squadra. Sono contento per Zidane, che gli ha dato fiducia”.
Quale canterano ti ha impressionato di più ultimamente? “Ce ne sono stati vari, Lucas, Morata… Stanno lavorando benissimo”.
Morata può essere il 9 titolare del Real? “Sì, è una grande punta. Se lo merita”.
Perchè è così difficile per i canteranos del Real trovare spazio in prima squadra? “La filosofia del club è sempre stata quella di avere i migliori calciatori del mondo, e per far questo devi acquistarli. Ora, però, vedo che molti talenti stanno cominciando ad avere spazio con la prima squadra, e questo può solo essere positivo”.
Quando capisti che era il momento giusto per lasciare Madrid? “Ero felice, ma sentivo che dovevo fare un passo avanti nella mia carriera, essere protagonista. Mi chiamò Benitez, mi disse che qui sarei stato felice. Non ho dubitato nemmeno un secondo”.
Rafa disse: ‘questo ragazzo segnerà 20 gol’. Ha avuto ragione… “Beh, quella frase mi mise un bel po’ di pressione, ma alla fine ha funzionato (ride, ndr). Con lui sono stato felice, mi ha insegnato tanto, abbiamo vinto due titoli e ho conquistato la mia prima convocazione in Nazionale. Posso dirgli solo grazie.
Hai parlato con lui di Napoli-Real? “No, ma l’altro giorno ci siamo mandati degli sms. Mi ha detto che ha visto la partita col Bologna e che era dispiaciuto per la mia espulsione, augurandosi che la mia squalifica fosse di una sola giornata. Mi ha portato fortuna”.
Perché Rafa non è riuscito ad imporsi nel Real? “Non lo so, allenare il Madrid è difficile e queste cose lì succedono, ma lui resta un grande allenatore. Mi rallegra sapere che le cose in Inghilterra gli vanno bene, lo merita”.
Quando Rafa lasciò Napoli, hai avuto offerte per tornare in Spagna? “No, nessuna. Aspettavo di conoscere Sarri, e con lui scattò subito la scintilla”.
Perchè? “Ha avuto un impatto stupendo col gruppo e il suo sistema di gioco ci piacque tantissimo. Mi disse che contava su di me, mi spiegò le sue idee e mi sono legato a lui subito. I risultati parlano chiaro…”.
Veniva dall’Empoli, non aveva mai allenato una grande squadra. Cosa vi ha sorpreso di lui? “Nel faccia a faccia trasmette tanto, dice ciò che pensa e questa è una grandissima virtù. I suoi metodi di allenamento li adoriamo: vuole sempre il possesso palla, che giochiamo all’attacco, vuole vederci divertire. E ci riesce: si diverte anche Pepe in porta (ride, ndr).
Da quando è arrivato Sarri, dicono tutti che il vostro è il miglior gioco in Italia. “Mentalmente ci siamo convinti di essere un’ottima squadra e che stiamo lavorando benissimo. Gli elogi ci danno fiducia e determinazione per continuare così”.
Come ha preso lo spogliatoio l’addio di Higuain? “Era un giocatore importante, ha segnato 36 gol ed è normale che alla gente non piaccia vederlo con la maglia della Juve. Ma siamo riusciti a migliorare anche senza di lui”.
Di fatto, segnate ancora di più dell’anno scorso! “Stiamo benissimo insieme, e i concetti del mister dopo un anno e mezzo si stanno assimilando ancora meglio”.
Il tridente con te, Mertens e Insigne funziona a meraviglia. “Ci divertiamo tanto, ci completiamo a vicenda. Speriamo di continuare così”.
Siete i vicecampioni d’Italia, cosa vi manca per vincere uno scudetto? “Essere più maturi quando bisogna gestire certe gare, e magari avere un po’ di fortuna i più. Ma credo che stiamo crescendo”.
Cosa deve temere il Real di questo Napoli? “Tante cose. Siamo in un buon momento di gioco, viviamo una gran striscia di risultati positivi, e avremo il ritorno al San Paolo che sarà uno spettacolo…”.
I tifosi hanno polverizzato 40mila biglietti in un giorno. “E’ incredibile, dal giorno del sorteggio in città non si parla d’altro. C’è grande entusiasmo, i napoletani meritano di vivere una grande gioia”.
E adesso vestite solo di bianco… “Mi piace! Il club ha scelto questo colore al posto dell’azzurro, e i risultati da allora vanno benissimo. Vuol dire che dobbiamo continuare così (ride, ndr)”.
Le tue due figlie sono nate a Napoli, qui sembri essere davvero a tuo agio. Cosa ti ha innamorato della città? “Adoro la gente di questo posto, mi sento già napoletano. Sono affettuosi, ti danno il cuore subito, come nel Sud della Spagna”.
Anche Reina e Albiol sembrano adorarla. “Pepe addirittura ci manda messaggi audio in napoletano, Raul è felice qui e siamo contenti del suo rinnovo contrattuale. È importante per noi”.
E’ vero che un giocatore a Napoli vive oppresso dai tifosi? “Devi adattarti bene, io venivo una Madrid, dove i calciatori passano quasi inosservati. Però ora mi godo la città, i suoi paesaggi, la gente… sono felicissimo!”.
Chuderai la carriera in azzurro o sogni di tornare in Spagna? “E’ un futuro ancora lontano, non ci penso. Ho appena rinnovato il contratto e la mia felicità, ora, è a Napoli. Voglio godermi questa gente e conquistare qualcosa di grande qui. E’ l’unica cosa che mi interessa”.
Poco fa hai conosciuto l’idolo della città, Maradona. “Tutta la rosa aveva voglia di conoscerlo, è stato stupendo. Ha parlato con tutti e ci siamo scattati tanti selfie (ride, ndr). Ci ha promesso di essere al Bernabeu per sostenerci, sarà un’arma in più: l’ultima nostra partita che ha visto al San Paolo è stata con la Roma, in semifinale di Coppa Italia, e vincemmo 3-0. Speriamo accada la stessa cosa”.
Sei appena stato squalificato e interromperai una striscia di 113 partite consecutive in A. In quattro stagioni ne hai perse appena due, in tutte le competizioni. Qual è il tuo segreto? “Cerco di curarmi molto: mi dedico al massimo ai miei allenamenti e, certo, credo mi abbia aiutato anche la genetica. Ovviamente sto attento con l’alimentazione…
…In questa settimana, quindi, niente pizza, vero? “Normalmente la mangiamo, è meno consigliabile nei due giorni precedenti alle partite. La adoro, quelle napoletane sono uniche. Ma cerco di non esagerare”.
Difendi come un terzino, ma in azzurro hai già segnato 55 gol. In quale parte del campo ti senti più a tuo agio? “Mi vedo come quello che sono, ‘interior puro’. Non lo cambierei con nessun altro ruolo”.
Credi che in Spagna il tuo rendimento sia stato sottovalutato? “No, all’Espanyol e al Real Madrid ho avuto abbastanza spazio, coi blancos più di quanto immaginassi. E credo che la mia buona continuità qui in Italia abbia sia stata notata anche in Spagna”.
Qual era il tuo giocatore preferito? “Da piccolo adoravo Luis Figo. Non sono arrivato al suo livello, ma è stato sempre il mio punto di riferimento”.
Ti vedi al Mondiale? “Voglia e entusiasmo non mi mancano, il mister mi ha trasmesso molta fiducia e il gruppo mi ha fatto sentire benissimo. Sto cercando di dare il massimo per esserci. Sarebbe un sogno”.