Il vicepresidente dell’AIC (Associazione Italiana Calciatori) ha rilasciato alcune dichiarazioni ai microfoni di Mediaset rilanciate poi dall’ANSA.
“L’orario delle 16,30 per le partite estive è sbagliato e siamo contrari.
Inoltre giocare ogni tre giorni sottoporrà i calciatori a rischi maggiori da un punto di vista fisico, oltre alle criticità legate alla quarantena forzata, nel caso di una positività, prevista tuttora nei protocolli.
Per quanto riguarda le norme di iscrizione ai campionati non si riescono a trovare soluzioni condivise: spostare il controllo dei pagamenti degli emolumenti rischia di lasciare molti calciatori senza stipendio per cinque mesi.
Fare le cause sui pagamenti degli stipendi di marzo e aprile non è la chiave giusta per noi. Sotto questo punto di vista non si sta creando l’ambiente migliore per la ripresa”.