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Buffon: “Potrebbe essere la mia ultima finale. Io e Ronaldo? Paragoni impossibili, anche se il Pallone d’Oro…”

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Gianluigi Buffon ha parlato durante la conferenza stampa pre Juventus-Real Madrid, finale di Champions League.

 

 

“Si sente e si percepisce la spinta dei tifosi e questo entusiasmo. Deve essere un ingrediente in più per far sì che nei momenti di sofferenza si possano trovare energie sconosciute per poter controbattere e resistere alla foga del Real e alle difficoltà della partita.

Sarei il giocatore più anziano a vincere una Champions? Mi provocherebbe gioia immensa perché quando arrivi a questo punto sai perfettamente perché ci sei arrivato e cosa ci hai dovuto mettere. Non c’è niente dei meglio nella vita che ricevere una gratificazione dopo averlo sudato. E non c’è niente di meglio di poterlo condividere con i compagni e con il gruppo.

Cristiano Ronaldo è un esempio per tutti, per il calcio e per lo sport in generale. Ma dico anche che a 39 anni pensavo di non avere più niente da imparare sotto l’aspetto emozionale. Quest’anno parlando con Dani Alves ho imparato un sacco e non mi capitava da tanto tempo. Mi ha fatto piacere e mi ha motivato vedere giocatori che riescono a vincere spesso e a non essere mai sazi.

Le vigilie di queste gare sono tutte uguali, simili, ti provocano gli stessi sentimenti di grande concentrazione, una moderata paura, un moderato rispetto per gli avversari ma anche grande consapevolezza di quello che siamo noi. Che deve essere poi l’arma che ci fa affrontare la gara nel modo migliore.

Se ho chiesto a Dani Alves di aiutarci a vincere la Champions? Sì, è vero, gli avevo scritto un messaggio del genere e lui mi aveva detto che me lo avrebbe spiegato. Per me lui è stato una rivelazione non solo come calciatore, ma soprattutto per il dietro le quinte. Giochiamo con una squadra che ha un certo tipo di feeling con le finali vinte, noi con quelle perse. Ed è vero che gli estremi si toccano per cambiare le sorti della storia.

Io e Cristiano per il Pallone d’Oro? Paragoni che servono a stimolare le fantasie di tutti e alla stampa a fare degli articoli belli e apprezzati. Io non ho la sfacciataggine di pensare una cosa simile. Facciamo ruoli troppo diversi, io posso solo difendermi e lui può solo attaccare. Anche se fa piacere che se ne parli. Il Pallone d’Oro è una cosa gratificante, ma secondaria. Conta per noi soltanto vincere domani, il resto non mi sfiora. Portiere contro portiere può essere sicuramente una sfida meno impari. Navas ha vinto più Coppe dei Campioni di me, è un giocatore che dal Mondiale 2014 sta facendo delle cose straordinarie e si è confermato al Real Madrid. Una stagione buona può capitare a tutti, confermarsi invece capita a pochi.

Se riesco a dormire prima di una finale? Il pomeriggio della finale qualcosa lascio su quel letto, speriamo di recuperarlo poi.

Se c’è un tetto è giusto anche poterlo chiudere. Ho già giocato ad Amsterdam con il tetto chiuso e nel Mondiale 2002 in Giappone, non c’è grande differenza. Se tutto ciò serve a preservare il terreno e lo spettacolo, allora va bene così.

Sicuramente le emozioni che posso provare io saranno diverse rispetto ai più giovani tipo Dani che l’ha già vinta e ha davanti 4-5 anni di calcio. Io questo tipo di possibilità la escludo, sarà una partita molto più speciale per me e intendo affrontarla e giocarla senza avere alcun tipo di rimpianto. Questo è il mio imperativo per questa gara e spero di poterci riuscire. Siamo una squadra e un gruppo compatto, fondato sull’altruismo, e so che una mia prestazione sopra le righe potrebbe aiutare la squadra. Per rimanere abbastanza sereni c’è un gioco di equilibrio che ognuno di noi si induce. Quando prende il sopravvento l’ansia ognuno di noi per riequilibrare la situazione mette sul piatto quello che sei e quello che sai fare, così ti rassereni. Questo è il modo migliore che conosco per affrontare queste gare. Ronaldo e Benzema non me li sogno, oltre loro dovrei sognarne anche altri che potrebbero farci male. Sono così tanti che una notte non basterebbe.

Giocare contro Zidane? Tutto questo fa parte di un insieme di esperienze che quando giochi a calcio puoi fare, soprattutto quando hai avuto la fortuna di giocare con o contro grandi campioni. Il fatto che lo stia ritrovando da avversario e da allenatore non mi sorprende: il pedigree che aveva da giocatore lo ha mantenuto da allenatore. Perdere questa finale non gli rovinrerebbe la carriera.

Nel calcio non c’è nulla di peggiore della noia. Quando si pensa al Pallone d’Oro non si può non pensare a Messi e Cristiano Ronaldo. Il supporto che posso avere dalle persone è che chiunque abbia fatto sport può capire che a 39 anni difficilmente avrò altre opportunità e molti si immedesimano nella mia storia. Ho ricevuto più di quanto ho fatto, sarebbe sicuramente un finale perfetto. Alla gente piace emozionarsi e piacciono le favole”.

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