L’ex nazionale orange Ernie Brandts non avrebbe potuto trovare eco migliore per il lancio della propria biografia.
La partita incriminata è l’ultima della seconda fase a gruppi del Mondiale argentino, che il 21 giugno 1978 vide Italia e Olanda affrontarsi in un vero e proprio spareggio per accedere alla finalissima del Monumental di Buenos Aires. Gli azzurri di Enzo Bearzot dovevano obbligatoriamente vincere, mentre ai tulipani guidati da Ernst Happel sarebbe bastato anche un pareggio, forti di una migliore differenza reti (le altre due squadre del girone, Austria e Germania Ovest, erano fuori dai giochi). L’Olanda vinse 2-1 in rimonta e fu proprio Brandts – all’epoca difensore del Psv Eindhoven che proprio quell’anno aveva vinto il suo primo trofeo internazionale, la Coppa Uefa – uno dei protagonisti, prima facendo autogol nel tentativo di anticipare Bettega, quindi siglando a inizio ripresa il pareggio.
A 14 minuti dal termine sarebbe poi arrivata la rete decisiva firmata da Arie Haan, e proprio dopo il vantaggio olandese avvennero, secondo Brandts, i fatti incriminati. Nel libro si legge il seguente passaggio: «Bettega si avvicinò a me e mi disse: Brandts! Brandts! Lasciami segnare. Sparò cifre in lire, in dollari. Vicino a me c’era Ruud Krol, che sentì tutto e mi disse sottovoce di far finta di niente, di non rispondere. Così feci. Ma Bettega, un attaccante di fama internazionale, non si diede per vinto: Brandts, disse, fammi fare il 2-2. Con il 2-2 andate in finale lo stesso. Pronunciò cifre da capogiro, ma continuai a far finta di nulla».