Allo Stadion Grbavica di Sarajevo il giocatore dello United esce dopo solo 30′. Disastrose le condizioni del terreno di gioco e paiono quindi legittime le preoccupazioni dei tecnici di club.
Trenta minuti, tanto è bastato perchè il terreno di gioco dello Stadion Grbavica facesse la prima vittima. Marouane Fellaini ha abbandonato il campo alla mezz’ora per un problema al ginocchio, lasciando il suo CT senza un cambio nella ripresa e, forse, la sua squadra di club senza una preziosa pedina.
Va bene, non ci sono interconnessioni dirette tra gli impegni della nazionale belga e l’infortunio del riccioluto centrocampista dei Red Devils. Almeno, non in senso stretto, si fosse giocato in un altro campo, forse, non sarebbe successo nulla. Che colpa ne ha la Fifa, l’Uefa o chi per loro, se le nazionali a volte sono costrette a giocare in campi terribili?
Il punto è proprio questo. E risuonano sinistre le parole di Maurizio Sarri, paladino dalla prima ora di una riforma del calendario degli impegni delle nazionali. Proposta (per non dire protesta) che sembra sia stata almeno ascoltata dagli organi federali proprio in questi giorni.
I giocatori di club devono subire trasferte a volte lunghissime, dopo settimane di allenamenti e partite ogni tre giorni. Trovare un campo imperfetto non è certo colpa loro, ovvio, può capitare. Ma perchè esporli ad una simile sollecitazione? Non ci vanno di mezzo le stesse nazionali? Intanto Fellaini ha pagato per tutti. In attesa che qualcuno dia retta ad un toscano in tuta che sta semplicemente proponendo una strada diversa. Chissà, forse migliore.